In un tweet pubblicato poco dopo la mezzanotte di domenica sul proprio account, Medici Senza Frontiere ha fatto sapere che 127 persone soccorse giovedì dalla nave Prudence sono state trasferite su nave una nave della Guardia Costiera in prossimità del Porto di Lampedusa.


In un "colloquio con il quotidiano La Stampa" il ministro dell'Interno Marco Minniti aveva dichiarato: "«Se le Ong non firmano, difficilmente potranno continuare ad operare». Dunque, il sequestro di Lampedusa [riferito alla nave olandese Iuventa, ndr.] suggerisce che adesso le Ong si trovano davanti ad un bivio assai eloquente: aderire al nuovo regolamento, approvato dalla Commissione europea, oppure non entrare nelle acque territoriali italiane."

Quello che è accaduto nella notte nelle acque vicino Lampedusa sembra la messa in atto di quella dichiarazione o minaccia che dir si voglia (dipende dal punto di vista).

Pertanto, da quello che si può presumere, dato che ancora non non si può parlare di certezza, l'Italia sembra che negherà l'accesso ai porti alle navi delle ONG che, con migranti a bordo, non abbiano firmato il Codice di Condotta preparato dal ministero dell'Interno.

Medici Senza Frontiere ha dichiarato che continuerà ad operare nel Mediterraneo con le due navi a sua disposizione nelle operazioni di ricerca e soccorso in base alle regole previste dalle norme internazionali, regole che già esistevano prima di Minniti e del suo Codice. In aggiunta, MSF ha anche dichiarato che seguirà anche le indicazioni predisposte dal ministero dell'Interno italiano per i punti che non confliggono con il proprio codice etico.


Da come è facile intuire dal filmato sopra riportato, è evidente l'intento del Governo non tanto di rendere più sicure e "corrette" le operazioni SAR in Mediterraneo, quanto di renderle solo più complicate e meno agevoli, con l'unica finalità di ottenere il risultato politico di far sbarcare nei porti italiani un numero sempre più basso di migranti.

Affermare che le navi delle ONG non possono operare se non firmeranno il Codice da lui redatto è da parte di Minniti una dichiarazione piuttosto incomprensibile. Infatti, non si vede come l'Italia possa impedire a tali navi di operare in acque internazionali. Impedirne lo sbarco nei porti italiani è, anche in questo caso, un punto alquanto "scivoloso", visto che esiste un codice marittimo internazionale a cui anche l'Italia si deve attenere.

Se ciò dovesse comportare ogni volta il trasbordo dei migranti su altre navi, quasi sicuramente significherebbe una perdita di tempo che causerebbe alle navi delle ONG ritardi nelle operazioni di ricerca e soccorso, mettendo così a maggior rischio la vita dei migranti che attraversano il Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna.

Come si vede, esaminando gli ultimi sviluppi "politici" sulla gestione migranti, la scelta del Governo - e di chi in Parlamento lo supporta - è quella di rendere più difficili le operazioni da parte di chi presta soccorso in mare, con la conseguenza che ciò potrebbe portare a causare un aumento del numero di vittime, già adesso alto, tra i migranti.

Inoltre, è anche da segnalare che la "brillante" indagine della procura di Trapani sulle ONG - che ha portato al sequestro della nave Iuventa - si fonderebbe su prove fornite da persone legate alla destra europea che hanno come obbiettivo azioni di contrasto anti migranti, come testimonierebbe un'inchiesta del settimanale cattolico Famiglia Cristiana.