Era una notizia secondaria di cronaca e si è trasformata nella notizia del giorno. A Sesto San Gionvanni, in piazza I Maggio, una pattuglia della polizia stradale ferma un uomo che si aggira con fare sospetto per un normale controllo. L'uomo, invece di esibire i documenti esibisce una pistola e spara nei confronti dell'agente che cercava di identificarlo.

Ne nasce un conflitto a fuoco e l'altro agente di polizia uccide l'uomo che aveva avviato la sparatoria. Il primo agente è rimasto ferito, ma non in modo grave.

È stata per prima l'agenzia Reuters a diffondere la notizia che quell'uomo era Anis Amri, il killer della strage di Berlino. Notizia che, successivamente, è stata poi confermata dal ministro dell'Interno Marco Minniti che ha datgo per certa l'identità del terrorista di origini tunisine, senza ombra di dubbio.

Anis Amri era ricercato dalla polizia di tutta Europa. Le ultime segnalazioni erano venute dalla polizia danese, che aveva dichiarato che un uomo che corrispondeva alla sua descrizione era stato visto ad Aalborg nel nord della Danimarca, e dalla televisione tedesca, che aveva pubblicato le immagini di una telecamera che ritraevano un uomo, somigliante ad Anis Amri, uscire da una moschea di Berlino nel quartiere di Moabit, un paio di giorni fa.

Da capire, a questo punto, quali fossero le intenzioni di Anis Amri. Voleva tornare in Italia per raggiungere la Tunisia oppure fuggire in medio oriente? E dove era diretto? Sicuramente, la sua presenza conferma che in Italia vi è un centro di smistamento che consente gli spostamenti di persone legate al terrorrismo islamico. Inoltre, il fatto che Amri fosse armato con una pistola, fa pensare anche che l'attacco terroristico sia stato pianificato e che l'uomo avesse un valido supporto a Berlino.