"Solo il 4% delle imprese ritiene che la situazione economica attuale sia migliore dell’anno scorso, a fronte del 29% che vede, invece, un peggioramento".
Questa considerazione riassume il contenuto dell'indagine commissionata dalla fondazione Di Vittorio e realizzata da Tecnè sulla fiducia economica delle famiglie e delle imprese che analizza i giudizi sulla congiuntura dell’Italia e delle specifiche unità socioeconomiche, oltre alle attese sull’occupazione nel breve periodo (i successivi 3 mesi).
Le rilevazioni sono effettuate su tre campioni distinti: il primo rappresentativo delle imprese, il secondo delle famiglie e il terzo della popolazione di lavoratori dipendenti, precari, disoccupati e pensionati.
Il quadro che viene tracciato dell'economia del paese e riassunto nelle note introduttive non è certo esaltante e non rispecchia l'entusiasmo e i presunti risultati positivi spacciati sui media dal Governo.
"Relativamente alle valutazioni sulla situazione dei singoli attori economici, a soffrire di più è la popolazione a basso reddito (lavoratori dipendenti, precari, disoccupati, pensionati), che si conferma in territorio ampiamente negativo, con dati sia sulla situazione attuale del Paese che della propria condizione economica attorno al 40%.
Analoga dinamica riguarda anche il campione di famiglie, la cui condizione migliora leggermente nell’ultimo trimestre, ma con salti, tra quanti hanno migliorato la propria situazione e quanti l’hanno vista peggiorare, ancora fortemente negativi.
E dopo la crescita registrata nei precedenti 3 trimestri, anche le imprese registrano un brusco deterioramento della propria situazione economica.
Dal lato dell’occupazione calano le attese positive delle imprese e delle famiglie. I giudizi sembrano, quindi, riflettere i timori, per l’anno in corso, della fine della spinta derivante dagli sgravi contributivi del 2015.
Questo il giudizio del segretario generale della Cgil Susanna Camusso sui risultati dell'indagine: «Una realtà che deve essere cambiata, adottando una vera strategia di politiche economiche espansive, fatta non di annunci, ma di interventi concreti e immediati, a partire da quelli fiscali a favore di lavoratori e pensionati, da un cambiamento delle norme sulle pensioni, come richiesto da Cgil, Cisl e Uil, da un forte rilancio di investimenti pubblici, facilitato da tassi di interesse molto bassi, la cui forte riduzione in questi anni è sicuramente stata uno degli elementi principali che ha determinato la caduta del Pil e la perdita di posti di lavoro.»
Tecnè è un istituto di ricerca, elaborazione strategica, comunicazione integrata e public affairs che applica le proprie competenze anche in collaborazione con alcune Università italiane ed una rete di esperti e professionisti di vari settori.