Nel comunicato stampa che riassume i provvedimenti del Consiglio dei Ministri n. 34 che si è svolto venerdì 16 giugno, il primo posto è occupato da "interventi urgenti per assicurare la parità di trattamento dei creditori nel contesto di una ricapitalizzazione precauzionale nel settore creditizio."

In che cosa consistono tali interventi? In un "decreto legge che proroga il termine di scadenza delle obbligazioni subordinate emesse da una banca che abbia chiesto di accedere a una ricapitalizzazione precauzionale. La proroga si applica esclusivamente ai titoli in scadenza nei sei mesi successivi alla richiesta di intervento dello Stato e fino al termine dello stesso periodo di sei mesi e si rende necessaria per assicurare la parità di trattamento tra creditori subordinati per la condivisione degli oneri nel caso di intervento pubblico secondo quanto previsto dal decreto legge 237/2016 (cosiddetto decreto salva-risparmio)."

Un provvedimento fine a se stesso? Per niente! Infatti, mercoledì 21 giugno è in scadenza un bond decennale lower Tier II di Veneto Banca per un importo nominale di 150 milioni di euro, con una quota da rimborsare pari a 86 milioni. Adesso il pagamento è stato sospeso.

Una somma che non avrebbe potuto essere pagata materialmente e non perchè vincolata a possibili problematiche di ordine burocratico in merito al negoziato con le autorità europee relativo al salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza.

Con questo ennesimo colpo di bacchetta magica, il Governo toglie le castagne dal fuoco ad una banca... una magia che al comune cittadino non viene mai concessa. Ma il comune cittadino è "sistemico" solo a se stesso e, pertanto, può tranquillamente essere preso a calci e subire, in relazione ad uno stato di insolvenza, tutti i guai possibili e immaginabili che invece ad altri vengono risparmiati.

E per quanto riguarda la ricerca di capitali privati aggiuntivi per 1,25 miliardi chiesti dalla Ue per dare il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale delle due banche venete?

A parte l'incomprensibile ottimismo del ministro Padoan che continua a dire che la vicenmda si risolverà positivamente, ancora nessuno ha trovato un investitore intenzionato a gettar via dei soldi, anche per coprire solo una minima parte di una carenza di capitale indicata in 6,4 miliardi di euro.

E finora non sono servite le suppliche del ministro a San Paolo e Unicredit, affinché singolarmente o congiuntamente intervengano per risolvergli il problema. Infatti, nessuna delle due banche è disposta ad imbarcarsi in un'avventura che finirebbe col richiedere al mercato di sottoscrivere l'ennesimo aumento di capitale! Immaginate voi con quale esito!