A Firenze si è svolta la manifestazione organizzata dalla Lega per dire No alla nuova riforma costituzionale. In una piazza Santa Croce gremita, simpatizzanti della Lega hanno sventolato bandiere, cartelli e quant'altro per accompagnare dal palco le parole contro la nuova costituzione e soprattutto contro Renzi e il governo.

Sul palco di piazza Santa Croce si sono alternati sindaci, presidenti di regione e parlamentari. Di persone esterne alla Lega, nonostante gli inviti di Salvini, almeno tra i testimonial da presentare sul palco, ne sono venute poche: da registrare Paolo Becchi lato 5 Stelle (almeno ufficiosamente), Giovanni Toti presidente della regione Liguria per Forza Italia e Giorgia Meloni per Fratelli d'Italia.

Per la Lega, oltre Salvini, era presente solo Maroni, mentre Zaia era assente giustificato perché all'estero per motivi di rappresentanza. In compenso, secondo i numeri forniti da Salvini, vi erano 300 sindaci della Lega ed alcuni di loro hanno fatto anche sentire la loro voce dal palco.

La manifestazione è iniziata e terminata con Salvini che, da intrattenitore esperto, ha chiamato più volte la folla presente a gridare la propria preferenza alla riforma (o schiforma) Renzi. Inutile dire quale sia stata la risposta! Escludendo poi l'intervento di Maroni che, va riconosciuto, ha espresso nel merito, seppur brevemente, le criticità del nuovo testo costituzionale a firma Boschi, per il resto è sembrato di assistere ad un comizio per le elezioni amministrative o politiche, a seconda se a parlare fosse un sindaco oppure un parlamentare.

E così, di costituzione si è parlato poco o nulla. I sindaci hanno parlato dei loro problemi e delle loro difficoltà locali tutte causate da Renzi. Unica parentesi, la diatriba politica con Forza Italia richiamata dalla presenza e dalle parole del sindaco di Padova Bitonci, fresco di sfiducia a causa dei forzisti che hanno tolto l'appoggio alla sua Giunta.

Meloni e Salvini, per proprio conto, hanno tirato in ballo Trump per ricordare a Renzi che lui è la fotocopia della Clinton con le sue contraddizioni politiche e le sue amicizie tra industriali, affaristi e banchieri che nulla hanno a che fare con gli interessi del popolo.

E da entrambi ci sono state anche parole nei confronti degli altri partiti del centro-destra. In caso di vittoria del No, non ci saranno alleanze e sostegni di alcun tipo a governi tecnici. L'unica strada sarà quella del voto. Se Mattarella non vuole, sappia fin d'ora che la Meloni chiamerà a raccolta la piazza per ottenerlo.

E chi guiderà il centro destra alle prossime elezioni? Beh... Salvini non si è tirato indietro: «Con oggi da Firenze si parte per andare a vincere. Oggi la faccia ce la metto, non ho paura di niente e di nessuno». E sul dopo referendum, vincesse il No, anche lui non ha dubbi: «Si vota!»

La manifestazione è durata meno di due ore ed è terminata poco dopo le 17. Alle 18 in Santa Croce si diceva Messa e Salvini, molto riguardoso nei confronti del «buon Dio», ha terminato in fretta... per non disturbare.