"Nuova notte di protesta al cantiere della Torino-Lione, in Valle di Susa. Circa duecento attivisti del movimento No Tav hanno tentato di raggiungere le recinzioni del cantiere di Chiomonte lanciando bombe carta e fuochi d'artificio contro le forze dell'ordine.

Alcuni antagonisti si sono radunati davanti al sentiero Gallo Romano, e hanno tentato di tagliare la rete di protezione del cancello, altri si sono addentrati nei boschi e altri ancora hanno guadato il Clarea per arrivare alle spalle del cantiere.

I manifestanti sono stati allontanati dalle forze dell'ordine con l'uso di lacrimogeni. Gli attivisti No Tav, protagonisti la scorsa notte di una sassaiola contro le forze dell'ordine schierate a protezione del cantiere, hanno poi fatto ritorno a Venaus, dove da una settimana è in corso il loro 'campeggio'. (ANSA)"

Quello sopra riportato è il resoconto dell'Ansa su quanto accaduto nella notte tra i 22 e il 23 luglio nei pressi del cantiere della Torino-Lione, in Val di Susa.

Invece, quello riportato di seguito è il resoconto dei fatti nella versione fornita dai No Tav.

"Si è conclusa da pochi minuti la passeggiata serale in Clarea organizzata dal campeggio di lotta No Tav.

In oltre trecento si è partiti dal presidio di Venaus con una carovana di macchine per raggiungere Giaglione e da li ripartire in direzione cantiere.

Ci si è divisi in diversi gruppi e mentre una parte è rimasta sul sentiero principale, altri hanno preso la via dei boschi salendo in alto per poi ridiscendere, altri ancora sono scesi più in basso guadando il Clarea per arrivare alle spalle del cantiere.

Da subito la polizia ha mostrato di non gradire la presenza dei No Tav, lanciando lacrimogeni per non far avvicinare al cancello di sbarramento e far desistere chi percorreva i sentieri tra i boschi. Il risultato da loro sperato non è stato minimamente raggiunto: in risposta alla loro arroganza ore di cori, battiture e fuochi d’artificio che hanno illuminato il cielo sopra il cantiere hanno regalato alla Clarea una nuova luce di Resistenza.

Mentre il fronteggiamento continuava, alcuni No Tav sono riusciti a raggiungere il cantiere, tagliarne le reti di protezione ed issare la bandiera del movimento, come monito a chi crede di poter continuare indisturbato l’opera di devastazione del territorio della valle.

Questa sera si è dimostrato che nessuna pacificazione è alle porte e che i No Tav non si stancheranno mai di lottare per liberare la propria terra e conquistare la possibilità di un presente e futuro diversi."

Ognuno, rispetto a quanto accaduto ieri sera, prenda come riferimento la versione che più ritiene credibile.

Ma quello che però più conta è il fatto che non sia stato dato rilievo a quanto accaduto nei giorni scorsi e che invece ha maggiore importanza rispetto a quanto accaduto ieri sera... si tratta della dichiarazione della ministra dei trasporti francese Elisabeth Borne.


In un'intervista al quotidiano Reporterre, la ministra ha annunciato che sulla Torino-Lione la Francia si prende una pausa, un periodo di riflessione, in funzione del fatto che le spese di realizzazione superano di molto i ricavi previsti e, pertanto, è necessario un ripensamento in base al piano di mobilità del governo.

Macron, ad inizio luglio, ha sottolineato la volontà del governo francese di privilegiare il trasporto locale, le linee a medio-corto raggio, che in passato sono state trascurate a favore del trasporto ad alta velocità, molto costoso per i viaggiatori e poco remunerativo per le aziende.

Rimane da capire se al ministero dei Trasporti italiano siano stati informati o meno delle intenzioni del governo francese. Infatti, nel caso i francesi decidano di sospendere i lavori, che senso può avere che l'Italia continui a realizzarli dal proprio versante?

E perché poi questa dichiarazione della ministra francese, sulla stampa italiana, non ha avuto alcun risalto?