La prima esplosione è avvenuta all'interno della Chiesa di San Giorgio a Tanta, una città sul delta del Nilo ad un centinaio di chilometri da Il Cairo, ed ha causato la morte di almeno 27 persone, mentre 78 sono stati i feriti.

La seconda è avvenuta poche ore dopo ad Alessandria, nella Basilica di San Marco sede del Papa della Chiesa ortodossa copta, dove un attentatore suicida si è fatto esplodere uccidendo 16 persone - tra cui tre agenti di polizia - e ferendone 41.
Teodoro II, attuale papa della Chiesa ortodossa copta, era ancora all'interno della Basilica, dove poco prima aveva celebrato la messa.

I due attentati avvenuti in Egitto nel giorno in cui anche la chiesa copta celebra la Domenica delle Palme, a meno di tre settimane dalla visita del Papa programmata per fine mese, sono stati rivendicati dallo Stato Islamico.

Abdel Fattah al-Sisi dopo aver vinto le elezioni nel 2014, aveva progressivamente eliminato dalla scena politica i Fratelli Musulmani, troncando senza alcun complimento la svolta islamista dell'Egitto.

La soppressione dei diritti umani e politici applicata da al-Sisi era stata venduta alle democrazie occidentali ponendosi come baluardo contro il pericolo che anche in Egitto potesse prendere piede il radicalismo islamico.

Questi due attentati potrebbero costituire una specie di punto di svolta nella strategia del terrorismo islamico che parrebbe puntare a creare instabilità nel paese facendo leva sulla protesta dei cristiani copti che, pur essendo in minoranza, rappresentano comunque il 10% dei 90 milioni di egiziani.