Considerando la frenetica attività degli hacker durante la campagna elettorale per le presidenziali, soprattutto dopo la clamorosa violazione dei server della convention democratica, chiedersi se degli hacker potrebbero falsare il risultato delle elezioni Usa è un interrogativo più che legittimo.
 
E tanto per sgomberare il campo da ogni dubbio, la risposta è sì. Tuttavia, è bene precisare che si tratta di una possibilità teorica. E' una cosa fattibile, ma allo stesso tempo è molto complicata e rischiosa.

Il sistema elettorale americano prevede l'utilizzo del voto elettronico, con apparecchiature DRE (Direct Recording Electronic). Prima si usavano delle schede che l'elettore doveva perforare in corrispondenza del candidato prescelto. Un sistema che nel 2000, quando ci fu la sfida fra Bush e Gore, creò problemi nel conteggio dei voti proprio per la difficoltà di stabilire la posizione del foro.
 
Nel 2002 fu approvata una legge, conosciuta con l'acronimo HAVA (Help America Vote Act), che obbligava ad abbandonare l'uso delle schede perforate, salvo eccezioni. Il vecchio sistema, quello di tracciare una croce su una scheda cartacea, sembrava forse un tantino primitivo e, allora, la scelta cadde sul voto elettronico.
 
L'adozione del sistema di voto elettronico raggiunse il picco massimo nel 2007, poi cominciarono dubbi e ripensamenti e si cercarono delle soluzioni. In alcuni casi si è tornati al voto cartaceo, in altri si è mantenuto il voto elettronico con l'aggiunta della verifica cartacea, definita anche in questo caso con l'immancabile acronimo VVPAT (Voter Verified Paper Audit Trail). In pratica, si vota elettronicamente, ma il voto deve essere espresso anche su un pezzo di carta, in genere in una modalità che ne faciliti la lettura automatica da parte di uno scanner.
 
Attualmente, l'80% degli americani vota con il sistema cartaceo o con quello elettronico con verifica cartacea. Rimane un 20% di elettori (circa 60 milioni), che votano esclusivamente con modalità elettronica senza verifica, distribuito in vari stati: Delaware, Georgia, Louisiana, New Jersey, South Carolina, Texas, Tennessee, Indiana, Kentucky, Virginia, Pennsylvania, Arkansas, Kansas, Mississippi e Florida. I primi cinque adottano esclusivamente il voto elettronico senza verifica.

 
Non bisogna pensare che il sistema elettronico comporti l'impiego di apparecchiature particolarmente sofisticate. Molto spesso si tratta di semplici computer, in alcuni casi anche solo di laptop, con uno dei sistemi operativi utilizzati più comunemente. Un'indagine del 2015 ha rivelato che si fa ancora uso di Windows XP, che Microsoft non aggiorna più dal mese di aprile del 2014.
 
La vulnerabilità di queste apparecchiatura non è solo ipotetica, ma reale. Lo scorso anno lo stato della Virginia ha tolto la certificazione a quelle della WinVote (foto sotto), perché ci si è accorti che bastava trovarsi entro un raggio sufficiente per potersi collegare in modalità wireless per cambiare i voti. Del resto, la password per l'WiFi era "abcde" e quella dell'amministratore "admin". Di queste macchine ne erano state installate diverse migliaia e fino a quel momento erano state regolarmente utilizzate.

 
In un altro caso, ricercatori dell'Università di Princeton, hanno dimostrato come si possa modificare una delle apparecchiature per il voto elettronico nel giro di pochi minuti, senza alterarne i sigilli. Tanto per aumentare l'effetto, ci hanno installato sopra una copia di Pacman.
 
Per chi intendesse alterare il risultato elettorale, il primo problema è quello di individuare le circoscrizioni in cui viene utilizzato esclusivamente il voto elettronico. Per questo può contare sul sito VerifiedVotind.org, che fornisce indicazioni, circoscrizione per circoscrizione, in merito non solo alla modalità di voto, ma anche al modello di apparecchiatura utilizzata.
 
L'altro problema è rappresentato dal fatto che le macchine per il voto elettronico non sono collegate a Internet. Quindi, è necessario accedervi fisicamente, prima o dopo la loro installazione nei seggi elettorali. Quando è possibile un collegamento wireless come in Virginia, basterà trovarsi entro il raggio di copertura.
 
Considerando il numero di seggi, finisce per essere un'operazione costosa e impegnativa. Tuttavia, c'è da considerare che una persona da sola è in grado di cambiare qualche migliaio di voti. Concentrando l'attività in uno o più stati in cui si prevede che il risultato sia incerto, potrebbe dimostrarsi una strategia efficace.
 
A questo bisogna aggiungere che il sistema elettorale americano è di tipo indiretto, con il presidente che viene eletto da un collegio di 538 grandi elettori. Ogni stato invia i propri, che sono tenuti a votare per il candidato che in quello stato ha ottenuto la maggioranza. Questo ha un effetto moltiplicatore e vincere in uno stato può essere decisivo.
 
Un'altra possibilità per un classico intervento di hackeraggio via rete è il voto dei residenti all'estero, che 31 stati consentono sia espresso via Internet.
 
Tirando le somme, nonostante le difficoltà, potenzialmente il risultato delle elezioni presidenziali può essere falsato. Si obietterà che anche elezioni svolte esclusivamente con il voto cartaceo sono soggette ad una tale eventualità. E' naturalmente una questione di scala. Una manipolazione del voto elettronico garantisce, per così dire, una maggiore produttività, rispetto ad interventi manuali su singole schede o tabulati riassuntivi.
 
Attenzione, però, a non approfittarne. Interventi massici che creino andamenti del voto mai riscontrati nelle precedenti tornate elettorali finirebbero per destare subito dei sospetti.
 
Pur trattandosi di una possibilità teorica, potrebbe comunque avere la sua influenza nell'agone politico. Lo sconfitto potrà sempre ipotizzare che ci sia stata una truffa ai suoi danni. Un'eventualità che Trump ha già paventato più di una volta in campagna elettorale.
 
In realtà, si potrebbe affermare che le elezioni del prossimo presidente Usa sono già state falsate in qualche modo dagli hacker, senza dover intervenire sul conteggio dei voti. Infatti, violare determinati server, pubblicare il contenuto di alcuni documenti e non di altri, finisce per mettere in cattiva luce un candidato a favore di un altro, orientando così la decisione degli elettori. Non è anche questo un modo per falsare il risultato del voto?