L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha tolto i panda giganti dalla sua lista rossa dove elenca le specie a rischio di estinzione. Questo pericolo, ad oggi, è scongiurato per gli orsi dal volto bianco e dagli occhi e dagli orecchi neri.

Sulla base di quanto dichiarato da IUCN, nel 2014 la popolazione del panda gigante è cresciuta del 17%, portando a 1.864 il numero di adulti censito. Ciò significa che, in proiezione, il numero totale di panda, compresi gli esemplari in giovane età, supererebbe  abbondantemente i 2000.

Il risultato è stato raggiunto grazie al lavoro di anni, addiritura decenni, fatto in Cina, anche da parte delle istituzioni, per ripristinare un ambiente basato sulle foreste di bambù, che consentisse ai panda  sufficiente fonte di sostentamento e riparo. E non va neppure dimenticata la cooperazione con gli zoo locali che ha consentito di attivare programmi per la riproduzione dei panda in regime di cattività.

Per Marco Lambertini, direttore generale del World Wildlife Fund, il risultato raggiunto oggi con la preservazione della specie del panda gigante è un momento emozionante per chiunque sia impegnato nella conservazione di fauna selvatica ed habitat. Aver assicurato la continuità di questa specie è la dimostrazione che scienza, volontà politica e comunità locali possono cooperare insieme per salvare la fauna selvatica e migliorare la biodiversità.

In ogni caso, è necessario non abbassare la guardia. Infatti, come ha ricordato Lo Sze Ping, direttore generale del World Wildlife Fund in Cina, è sempre in agguato il rischio che sviluppo industriale e conseguente inquinamento mettano a rischio l'habitat naturale del panda gigante, considerando che la presenza del panda sul territorio non è concentrata in una regione ben definita, ma è diffusa perché gli esemplari sono sparsi in piccoli gruppi.