Milano. La data di oggi è anche il nome di un famoso dipinto di Francisco Goya, ultimato nel 1814, intitolato “3 maggio 1808”. E' un ritratto della Resistenza spagnola all'invasione napoleonica del 1808 durante la guerra d'indipendenza spagnola; olio su tela è conservato al Museo del Prado di Madrid.

Nonostante l'elevata valenza simbolica del dipinto, quest'ultimo non viene citato in nessun testo contemporaneo alla sua realizzazione, infatti non è pervenuta nessuna informazione sul luogo dove fu mostrato per la prima volta al pubblico. Questa mancanza d'interesse può essere attribuita ai gusti del re di Spagna, Ferdinando VII, che preferiva lo stile predominante dell'epoca, ovvero lo stile neoclassico; non suscitò l'interesse del re anche per l'infelice tema scelto da Goya, quello delle rivolte popolari, non molto amato dai Borbone. Basti pensare al fatto che Ferdinando VII bloccò i lavori di un monumento ai caduti della stessa rivolta rappresentata nel dipinto.

Con molta probabilità il dipinto fu lasciato nei depositi del museo dai trenta ai quarant'anni prima di essere esposto al Prado. Théophile Gautier (poeta, scrittore, giornalista e critico letterario francese) non vedendo il dipinto durante la sua visita al museo nel 1845, disse di aver preso visione ad un “massacro” nei confronti del Goya, anche un anonimo visitatore nel 1858 notò la stessa cosa.

Nel 1867 il biografo di Goya, Charles Emile Yriarte, considerò il 3 maggio 1808 abbastanza importante affinché potesse essere esibito al grande pubblico, ma ciò accadde solo nel 1872; proprio in quell'anno il dipinto fu inserito per la prima volta nell'inventario del museo del Prado sotto il nome di “scena del 3 maggio 1808". Infine nel 2009 il Prado inserì il dipinto nella lista dei 14 quadri più importanti del museo.

Disse Francisco Goya del suo dipinto :“Sento il forte desiderio di perpetuare, per mezzo dei miei pennelli, le azioni e le scene più eroiche e notevoli della nostra gloriosa insurrezione contro il tiranno d'Europa”.

Il 3 maggio 1808 rappresenta il momento immediatamente successivo alla rivolta e si focalizza su due gruppi di uomini: il plotone d'esecuzione, sulla destra, e i condannati, sulla sinistra. Carnefici e vittime si fronteggiano in uno spazio ristrettissimo creando un efficace contrasto. Il protagonista del dipinto è la vittima centrale, vestita di bianco, che alza le braccia in attesa del colpo mortale; sembra agonizzante ancor prima di ricevere la pallottola, come se sapesse quello che proverà da lì a poco.

Tutti i soldati del plotone d'esecuzione, di spalle rispetto all'osservatore, hanno in braccio una baionetta ed indossano uno shakò, un copricapo militare in principio ungherese e poi copiato da altri eserciti come quello francese.

E' possibile che il 3 maggio 1808 facesse parte di una serie di altri tre quadri, tutti incentrati sulla rivolta del 2 maggio. Ma, mentre il 2 maggio 1808 è tuttora conservato al museo del Prado, gli altri due sono scomparsi in circostanze misteriose, che potrebbero indicare il malcontento scaturito dal raffigurare l'insurrezione.

 

Insomma possiamo dire finalmente che, dopo secoli di anonimato, il dipinto di Francisco Goya è riuscito ad avere il successo che meritava, a discapito di varie interferenze subite nel corso dei secoli. Ed è molto bello poterlo ricordare proprio in questa giornata, il 3 maggio.