La Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato presieduta da Luigi Manconi, il 15 novembre, ha ricevuto la delegazione di Amnesty International, composta da Matteo de Bellis (ricercatore sull'Italia presso il Segretariato Internazionale di Londra) e da Antonio Marchesi (presidente della sezione italiana), in merito ai contenuti del rapporto pubblicato il 3 novembre dalla stessa ong ed intitolato Hotspot Italia: come le politiche dell'Unione europea portano a violazioni dei diritti di rifugiati e migranti.

In quel rapporto Amnesty sostiene che "sotto le pressioni dei governi e delle istituzioni dell'Unione europea, l'Italia abbia adottato misure coercitive per prendere le impronte digitali ai nuovi arrivati alla frontiera marittima del paese. Inoltre, il rapporto evidenzia come l'Italia stia cercando di aumentare il numero dei migranti rinviati nei paesi di origine, anche negoziando accordi di riammissione con paesi le cui autorità si rendono responsabili di terribili atrocità."

Le misure coercitive indicate nel rapporto, in base alle testimonianze raccolte dagli stessi operatori di  Amnesty, si possono tradurre in alcuni casi in veri e propri pestaggi operati da forze di Polizia.

La cosa, come è facile intuire, non era per nulla piaciuta al prefetto Gabrielli che, in qualità di Capo della Polizia, aveva negato qualsiasi possibilità che i fatti narrati potessero avere una qualche sorta di fondamento, bollandoli come pure e semplici invenzioni.

La replica di Amnesty a Gabrielli è stata ribadita anche ieri. Così si è espresso al riguardo Antonio Marchesi: «Dispiace che finora ai contenuti del rapporto - che ho forti dubbi sia stato letto per intero - si sia risposto con reazioni molto dure, da ultimo ieri da parte del capo della polizia Franco Gabrielli: reazioni basate sul tentativo di squalificare la serietà della ricerca e complessivamente della nostra organizzazione e sul diniego preventivo della possibilità che si siano verificate violazioni dei diritti umani nei confronti di persone appena approdate in Italia.»

Da aggiungere che le numerose richieste di incontro rivolte da Amnesty al ministero dell'Interno e allo stesso Gabrielli sono rimaste finora inascoltate.

Adesso, però, il fatto che la Commisisone del Senato guidata da Manconi abbia sentito la necessità di approfondire ulteriormente la vicenda e di verificare quanto accaduto, può far ritenere che, forse, si possa arrivare ad appurare se quanto sostenuto da Amnesty sia vero. Ma non solo.

L'altro aspetto della questione riguarda le procedure per la verifica di coloro che abbiano i requisiti per richiedere asilo. Un controllo su tali procedure da parte della Commissione per la tuteta dei diritti umani può far sì che possano essere corrette manchevolezze o anomalie che ad oggi potrebbero mettere a rischio la vita dei rifugiati in Italia rimandati nei paesi d'orgine senza le dovute garanzie.