Il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato il suo rapporto sulle prospettive per l'economia mondiale nei prossimi mesi.

Il resoconto dello studio si può riassumere nei seguenti punti:
- nel 2016 si registerà una crescita globale sotto le aspettative che non supererà la soglia del 3,1%, mentre per il prossimo anno è atteso un lieve incremento al 3,4%.
- Però, è anche da ricordare che la stagnazione economica che persiste tra le economie dei paesi più avanzati potrebbe causare una spinta al ribasso, soffocando ulteriormente la crescita.
- Per tale motivo tutti i paesi sono invitati ad attivare, con la loro azione politica, tutte le leve monetarie, fiscali e strutturali per garantire future prospettive di crescita.

In fondo, si tratta della riproposizione di un riasusnto che abbiamo sentito anche in passato e che, è facile prevedere, continueremo a sentire in futuro ancora per molto tempo.

Tramite questo nuovo report, il FMI ha constatato il persistere della precarietà della ripresa ancora otto anni dopo la crisi finanziaria globale. Come novità rispetto al passato, è che il persistere della stagnazione possa alimentare ancora di più l'affermarsi di partiti populisti e nazionalisti che spingerebbero su politiche restrittive in materia di commercio e immigrazione, causando ulteriori ostacoli alla produttività, all'innovazione e, di conseguenza, alla crescita.

Per sostenere la crescita, la ricetta del FMI auspica un'applicazione di politiche monetarie favorevoli da parte delle Banche Centrali. Ma questo certo non sarà sufficiente a combattere le altre cause del mancato sviluppo individuate dal Fondo nell'invecchiamento della popolazione e nel rallentamento della crescita della produttività. Quindi, più istruzione, tecnologia e infrastrutture le uniche vie per espandere la capacità produttiva, oltre all'adozione di misure per diminuire la disuguaglianza sociale.

Per quanto riguarda i numeri. Nel 2016 il PIL delle economie avanzate si espanderà solo dell'1,6%, meno rispetto al 2,1% dello scorso anno ed alla previsione di luglio che indicava l'1,8%.

A questo risultato contribuiranno in buona parte anche gli USA, il cui PIL, dal 2,2% di luglio, a fine anno si assesterà all'1,6%. Valore che però aumenterà nel 2017 anche grazie ad un dollaro più debole.

Le ricadute della Brexit sull'economia britannica causeranno al paese un rallentamento del PIL all'1,8% per quest'anno e all'1,1% per il 2017. L'area euro nel 2016 crescerà dell'1,7% contro il 2% dello scorso anno e dell'1,5% l'anno prossimo.

Per l'area euro queste previsioni saranno probabili solo se la BCE continuerà a mantenere l'attuale politica economica e, addiritura, solo se farà ulteriori concessioni nel caso l'inflazione continuasse a non crescere verso la soglia del 2%.

Il Giappone, terza economia al mondo, nel 2016 crescerà dello 0,5% e dello 0,6% nel 2017.

Sono invece previsti in controtendenza i mercati emergenti con una crescita che accelererà per la prima volta in sei anni al 4,2%, leggermente superiore alla previsione di luglio che ipotizzava il 4,1%. Il prossimo anno, la media del PIL delle economie emergenti si attesterà al 4,6%.

La crescita cinese sarà stabile, con un leggero calo nel 2017, ma sempre superiore al 6%. In forte crescita, soprattutto per l'anno prossimo, è vista l'economia indiana le cui previsioni si attestano intorno all'8%. I valori in Africa e America Latina sono molto altalenanti con variazioni notevoli da paese a paese a causa, anche, delle diverse condizioni politiche.