"Nel primo trimestre del 2016 l’economia italiana è cresciuta ad un ritmo lievemente superiore a quello registrato nella seconda metà dello scorso anno. L’aumento del Pil, pari allo 0,3% su base congiunturale e all’1% in termini tendenziali, si caratterizza con un crescente utilizzo di lavoro: le ore complessivamente lavorate aumentano dello 0,5% sul trimestre precedente e del 2,1% su base annua. Tale aumento coinvolge tutti i principali settori economici, ad eccezione delle costruzioni."  

Dopo l'introduzione sull'andamento dell'economia in Italia, non certo esaltante se si fa riferimento anche alle indicazioni da parte dello stesso istituto che ne annunciano a breve un rallentamento, vediamo quali siano stati i riflessi sul mercato del lavoro.

Nei primi tre mesi di quest'anno, nel suo complesso, l’occupazione cresce lievemente rispetto all'ultima rilevazione, relativa al trimestre di fine anno, dove veniva individuata una lieve diminuzione. Che cosa ha registrato l'Istat rispetto agli ultimi tre mesi del 2015?

"Il consistente aumento dei dipendenti a tempo indeterminato è bilanciato dal calo dei dipendenti a termine e dalla stabilità degli indipendenti". In pratica, l'Istat ci sta dicendo di registrare soprattutto delle trasformazioni da lavoro a tempo determinato a lavoro a tempo indeterminato, tra i lavoratori dipendenti, mentre il numero degli autonomi rimane stabile.

Comunque, ad aprile 2016, individuando un andamento che viene definito di tendenza, l'Istat "registra un miglioramento dei livelli occupazionali, con una crescita complessiva degli occupati per il secondo mese consecutivo".

Per quanto riguarda il raffronto dei dati tra i primi tre mesi di quest'anno e quelli del 2015, "le dinamiche tendenziali hanno determinato una crescita complessiva di 242 mila occupati su base annua" su cui hanno influito i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, aumentati di 341 mila unità, mentre stabili sono risultati quelli a termine ed in calo gli indipendenti, soprattutto quelli "tra i collaboratori e gli autonomi senza dipendenti".

"Le variazioni degli stock di occupazione sottintendono significativi cambiamenti di condizione delle persone sul mercato del lavoro, misurati dai dati di flusso a distanza di dodici mesi: tra gli occupati aumentano le transizioni verso il lavoro a tempo indeterminato, in particolare per i dipendenti a termine e soprattutto per i collaboratori.

Inoltre, cresce il flusso dalla disoccupazione verso l’occupazione, unicamente verso la componente a tempo indeterminato. Tuttavia, l’incremento dei passaggi da disoccupazione a occupazione aumenta soltanto per gli uomini e i giovani 15-34enni, ed è maggiore tra i residenti nel Centro-nord e tra i laureati".