Si può dire già, comunque, cosa taluni hanno detto. Il cardinale arcivescovo di New York, Timothy Dolan, ha alzato la voce nel mese di ottobre, avendo peraltro incontrato ambo i candidati, in una lettera ai fedeli osservava:

La dignità della persona umana, da difendersi e promuoversi come prima priorità, che non dipende da razza, permesso di soggiorno, azioni possedute, età o salute; la sacralità della vita umana dal concepimento al santo momento della morte, va difesa vigorosamente (…). Siamo così grati come americani del fatto che questi due principi siano alla base della nostra Repubblica. Ma siamo anche vigili perché sono sotto attacco; e siamo impegnati come cittadini patrioti e cattolici a promuoverli e difenderli.

A elezione di Trump avvenuta il vescovo di El Paso (Texas), Mark J. Seitz esplicitamente dichiarato :

Siamo felici del fatto che chi è negli stadi iniziali della vita, al concepimento prima della nascita, chi ha diritto alla protezione durante il suo viaggio dal ventre materno, riceverà più protezione e aiuto. Speriamo che quelli alla fine del viaggio della sua vita si preoccuperanno di lui e non lo uccideranno in qualche contorta nozione di misericordia.

Per March for Life (organizzazione che si occupa di combattere l’aborto ed è vicina anche al mondo cattolico americano) il commento ufficiale davanti alla vittoria di Trump è stato il seguente:

Hillary Clinton e la sua fervida promozione dell’aborto sono stati battuti;
Planned Parenthood ha speso oltre 30 mln di dollari per far eleggere Hillary, e ha perso;
Siamo felici dei risultati di stanotte: Camera, Senato e presidenza riflettono il consenso pro life degli americani.