"La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese".

Lo ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, commentando il tentativo di stupro subìto da una minorenne ieri sera a Trieste da parte di un cittadino iracheno richiedente asilo.

Per Serracchiani "in casi come questi riesco a capire il senso di rigetto che si può provare verso individui che commettono crimini così sordidi. Sono convinta che l'obbligo dell'accoglienza umanitaria non possa essere disgiunto da un altrettanto obbligatorio senso di giustizia, da esercitare contro chi rompe un patto di accoglienza. Per quanto mi riguarda, gesti come questo devono prevedere l'espulsione dal nostro Paese, ovviamente dopo assolta la pena. Se c'è un problema di legislazione carente in merito - ha aggiunto Serracchiani - bisogna rimediare".

Quello sopra riportato è il comunicato ufficiale della regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Pubblicato il 10 maggio, dopo due giorni - il tempo di farlo circolare in rete - sono iniziate le polemiche.

Debora Serracchiani è stata iscritta di diritto nelle fila del partito di Salvini. Ma non sono una novità simili dichiarazioni per i dirigenti del Partito Democratico, dove, per un motivo o per l'altro, i reati devono essere giudicati diversamente in funzione di chi li compia. Matteo Renzi voleva una condanna doppia pure per il babbo nel caso fosse stato ritenuto colpevole per il caso Consip.

Ma Debora Serracchiani non ci sta a passare per razzista. E così cerca di chiarire la sua posizione con questo post: "I razzisti vogliono respingere i richiedenti asilo, io voglio accogliere chi scappa dalla guerra. I razzisti pensano che una violenza fatta da uno straniero sia peggiore di quella fatta da un italiano, per me la violenza è sempre e comunque da condannare, senza colore e senza graduatorie. Se occorre lo ripeto.

Un richiedente asilo chiede un atto di solidarietà e la comunità che lo accoglie instaura con lui un rapporto di fiducia. Solidarietà e fiducia tengono insieme le famiglie. Per questo una violenza su un minore è odiosa, ma se viene compiuta in famiglia è ancora più odiosa. A renderla tale è il fatto che a commetterla è stata una persona “di fiducia”.

Oltre alla vittima, della quale ci si dimentica sempre quando scoppiano polemiche ideologiche e pretestuose, vengono infatti traditi gli altri richiedenti asilo e tutti quelli che si battono per l’accoglienza dei migranti.

Al di là del caso specifico, in cui le responsabilità saranno accertate dalle autorità, io ho sentito il dovere di dire una cosa che credo di buon senso, anche se scomoda.

E credo di aver detto una cosa evidente alla stragrande maggioranza dei nostri concittadini. Non rendersene conto significa fare il gioco di quelli che razzisti lo sono veramente."

Purtroppo per lei, la Serracchiani continua a non essere convincente, e prima di tutto come politico. Infatti, avrebbe dovuto sostenere, semplicemente, la necessità di espellere un richiedente asilo quando commetta un reato, qualunque sia. Altrimenti, in base a quanto da lei detto, dovrebbe esserci una classifica di reati più o meno accettabili che possa compiere un richiedente asilo?

Prima della possibile svolta leghista del PD, indicata dal pasticcio sulle modifiche alla legge per la legittima difesa, nella dichiarazione della Serracchiani è da criticare soprattutto la mancanza di logica. E questo è sicuramente l'aspetto peggiore rispetto a qualunque altra critica.