In Europa, i giovani hanno, al massimo 25 anni, in Italia li identifichiamo con un età più avanzata, addirittura 34 anni... ed è per l'appunto fino a questa età, partendo da chi ha 15 anni, che si riferisce il rapporto dell'Istat, pubblicato venerdì 27 ottobre, sulla Forza Lavoro relativa ai percorsi formativi e ai processi di inserimento lavorativo dei giovani tra i 15 e i 34 anni, nel periodo maggio-giugno 2016.

I dati, come hanno dimostrato finora i report mensili dell'Istat sul mondo del lavoro, non sono certo esaltanti. Pertanto, questo rapporto non può che esserne la cartina di tornasole. Un dato che comunque deve far riflettere è anche quello con cui il rapporto si conclude, relativo alla qualità del lavoro offerto. Molti giovani occupano mansioni inferiori rispetto al loro grado di preparazione.

Quindi, nonostante, le tanto sbandierate riforme, il grado si innovazione del Paese, sotto ogni punto di vista, non è ancora sufficiente a supportare il livello di istruzione che l'Italia stessa offre ai propri giovani... senza considerare che una parte di loro emigra all'estero per trovare un lavoro adatto alle loro competenze!

Questo tipo di riforme, però, non sembra trovare spazio nel dibattito pubblico ed in quello politico.

Nel secondo trimestre 2016 i "giovani" tra i 15 e i 34 anni sono 12 milioni 681 mila e rappresentano il 21% della popolazione residente in Italia.

Di questi il 40% dei diplomati e il 60% dei laureati ha avuto almeno un’esperienza lavorativa durante l’ultimo corso di studio che, in gran parte dei casi, è stata parte del corso di studio: il 25,8% dei diplomati e il 36,1% dei laureati hanno effettuato stage, tirocini o apprendistati all’interno del programma di istruzione.

Il 63,2% dei 15-34enni, che corrisponde a più di 8 milioni di persone, è comunque fuori dal sistema di istruzione formale. Tra questi il livello di istruzione è più alto tra le donne, tra i residenti nel Centro-Nord e tra coloro che provengono da famiglie con più elevati titoli di studio.

Dopo aver conseguito un titolo di studio, il 14,2% dei giovani che ha ottenuto un diploma ha iniziato un altro corso di studi, poi interrotto!

Soltanto l'11,9% dei giovani ha ricevuto, nel 2015 una qualche forma di aiuto nella ricerca di lavoro da parte di una istituzione pubblica: il 13,8% degli occupati che hanno iniziato un lavoro negli ultimi 12 mesi, il 15,1% dei disoccupati e il 6,5% della forza di lavoro potenziale.

Ricordate i bamboccioni di Padoa Schioppa di qualche anno fa? Adesso quattro giovani disoccupati su 10, soprattutto se laureati, sarebbero disponibili a trasferire la loro residenza pur di ottenere un lavoro! A parità di livello di istruzione, le maggiori disponibilità a traslocare, anche all'estero, si riscontrano in giovani provenienti da ambienti familiari culturalmente più elevati.

Quattro giovani occupati su 10 hanno trovato lavoro con la segnalazione di parenti, amici o conoscenti. Tra i laureati crescono di molto le possibilità di trovare lavoro attraverso altri canali.

Tra i giovani usciti dal percorso educativo il tasso di occupazione è al 60% e cresce all’aumentare del livello di istruzione: 47,4% per chi ha un titolo di studio basso, 63,0% per i diplomati, 71,7% per i laureati.

Ha un lavoro a termine oltre un giovane su quattro. Tra coloro che sono usciti dal sistema di istruzione nell’ultimo biennio (II trim 2014 – II trim 2016) la quota di occupati in lavori atipici è del 51,7% per i laureati e del 64,4% per i diplomati. All’aumentare dell'età i giovani occupati in lavori temporanei passano dal 66,6% dei 15-19enni fino al 15,3% dei 30-34enni.

Un giovane occupato su quattro lavora a orario ridotto, nella maggioranza dei casi per l’impossibilità di trovare un'occupazione a tempo pieno.

Il 41% dei diplomati e il 31,4% dei laureati dichiarano che per svolgere adeguatamente il proprio lavoro sarebbe sufficiente un più basso livello di istruzione rispetto a quello posseduto.