L’Istat ha pubblicato le prime 25 cause di mortalità nel nostro paese e la loro evoluzione nel corso degli anni, che vanno dal 2003 al 2014.

Nel 2014, i decessi in Italia sono stati 598.670, con un tasso di mortalità pari a 85,3 individui per ogni 10mila residenti.
Nel corso degli anni, partendo per l'appunto dal 2003, questo andamento si è ridotto del 23%. Un aumento dei decessi, pari all'1,7% (+9.773), si è avuto solo in relazione a fattori associati all'invecchiamento della popolazione... in pratica per cause ineluttabili.

Stabile rimane l'andamento delle cause di morte relative a malattie cardiache e cerebrovascolari: sia nel 2003 che nel 2014 in Italia si muore per le malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e le altre malattie del cuore (rappresentative del 29,5% di tutti i decessi). Va detto che, comunque, i tassi di mortalità per queste cause si sono ridotti in 11 anni di oltre il 35%.

In controdenza, risultano in aumento, i tumori della trachea, dei bronchi e dei polmoni con 33.386 decessi, che hanno raggiunto il quarto posto nella graduatoria delle principali cause di morte.

A questa classifica appartengono anche Demenza e Alzheimer con 26.600 decessi, che rappresentano la sesta causa di morte nel 2014.


Tra i tumori specifici di genere, quelli della prostata sono la decima causa di morte tra gli uomini (7.174 decessi), mentre quelli del seno sono la sesta causa tra le donne (12.201 decessi) e quella più frequente di natura oncologica.

A prima vista inspiegabile l'aumento di decessi dovuti a setticemia (1,3% del totale) che, nel 2014 si sono triplicati rispetto al 2003. Il dato è però spiegabile soprattutto per effetto della maggiore presenza nella popolazione di anziani multicronici.

Per molte delle principali cause, i tassi di mortalità diminuiscono in tutte le aree geografiche del Paese.

Si riducono le differenze territoriali della mortalità per malattie cerebrovascolari, altre malattie del cuore, tumori maligni di trachea, bronchi e polmoni e per malattie croniche delle basse vie respiratorie.

Le differenze nei livelli di mortalità tra Nord e Sud rimangono però in relazione a cardiopatie ischemiche, malattie ipertensive e diabete mellito ed all'aumentano per i tumori della prostata.

Nel primo anno di vita diminuisce la mortalità per malformazioni congenite, sofferenza respiratoria del neonato, ipossia e asfissia intrauterina o della nascita; aumenta quella dovuta alle infezioni.