Ultimo dato settimanale Istat sull'andamento dell'economia in Italia. Oggi è il turno delle esportazioni.

L'export, e non è una bella notizia, a luglio 2016 è in calo del -0,6%. Il dato negativo è causato da un calo delle vendite verso i mercati dell'Unione Europea con un -1,1%, rispetto al mese di giugno, e di un lieve aumento di quelle verso i mercati extra Ue con un +0,2%. La flessione è causata dalla diminuzione delle vendite di prodotti energetici (-13,1%), di beni strumentali (-0,7%) e di beni di consumo non durevoli (-0,8%).

Al contrario, le importazioni sono in aumento del +0,5% a causa degli acquisti di prodotti energetici (+7,9%) e di beni di consumo non durevoli (+0,1%).

Il saldo della bilancia commerciale a luglio è comunque in attivo di 7,8 miliardi, anche se in calo rispetto allo stesso mese di un anno fa, dove si registrava un surplus di +8,1 miliardi. Nei primi sette mesi dell'anno, l'avanzo commerciale raggiunge 31,1 miliardi (+45,9 miliardi al netto dei prodotti energetici).


Per quanto riguarda il raffronto delle esportazioni in relazione a luglio 2015, rimodulando i dati tenendo conto della media dei giorni lavorativi, si ha una flessione complessiva del -0,9%, che corrisponde ad un calo dell'export per l'area extra Ue del -3,2% e di un aumento per l’area Ue del +1,1%.

Pertanto, si è avuta la conferma che l'attuale situazione economica italiana risente, eccome, della minore capacità di spesa da parte dei paesi dell'Est che fino allo scorso anno avevano fatto da traino all'asfittica ripresa italiana. Diminuite le esportazioni verso oriente, anche il PIL italiano smette di crescere.

Ma l'altra considerazione ancora più evidente è che l'economia interna riesce, a voler essere molto ottimisti, ad arginare a malapena il problema. Ciò signiifica che investimenti e consumi interni continuano a latitare. Gli italiani continuano a non spendere.