"Apprendiamo con rammarico la sentenza del Tar del Lazio che esclude le nostre liste dalla competizione elettorale a Roma.
Non ci fermiamo qui. Siamo convinti delle nostre ragioni e ricorreremo al Consiglio di Stato."

Questa la dichiarazione ufficiale rilasciata da Fassina sul proprio sito internet e sui suoi profili social dopo che il Tar del Lazio ha confermato l'esclusione delle sue due liste dalle amministrative di Roma.
A decidere, sarà la terza sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Luigi Maruotti, nell'udienza fissata alle 12 per lunedì 16 giugno.

Fassina, oltre a dirsi dispiaciuto, si è detto convinto delle sue ragioni e che il problema relativo alla data della sottoscrizione da parte del pubblico ufficiale potrà essere risolto dimostrando che la raccolta delle firme non è avvenuta prima del 180° giorno fissato per la presentazione delle candidature.

Ieri sera, Fassina era ospite della trasmissione di Mentana, Bersaglio Mobile. Il conduttore, alla fine dell'intervista, ha annunciato che la data per le prossime amministrative potrebbe essere estese anche alla giornata di lunedì, facendo riferimento ad un ipotesi avanzata dallo stesso ministro dell'Interno Alfano. La data fissata ad oggi per lo svolgimento della competizione elettorale è solo per la giornata di domenica. Questo potrebbe essere un elemento in più da sfruttare, da parte di Fassina, nel suo ricorso.

Non solo. Fonti parlamentari ricordano un precedente, relativo alle regionali del 2010 che consentì alla lista Formigoni in Lombardia ed a quella Polverini nel Lazio di essere presenti sulla scheda dopo l'iniziale esclusione, grazie ad un decreto interpretativo varato dal governo Berlusconi. Al momento, però, l'ipotesi non pare sia neppure in discussione.

Nel caso che le liste di Fassina non venissero riammesse ci si domanda a chi andranno i voti di coloro che avrebbero dato la propria preferenza all'unica vera lista di sinistra. Sondaggi non ufficiali ipotizzano l'astensione di una metà degli elettori, mentre l'altra metà dividerebbe la propria preferenza tra il candidato del PD, Giachetti, e quello dei 5 Stelle, Raggi.