«Come una madre amorevole la Chiesa ama tutti i suoi figli, ma cura e protegge con un affetto particolarissimo quelli più piccoli e indifesi: si tratta di un compito che Cristo stesso affida a tutta la Comunità cristiana nel suo insieme. Consapevole di ciò, la Chiesa dedica una cura vigilante alla protezione dei bambini e degli adulti vulnerabili.

Tale compito di protezione e di cura spetta alla Chiesa tutta, ma è specialmente attraverso i suoi Pastori che esso deve essere esercitato. Pertanto i Vescovi diocesani, gli Eparchi e coloro che hanno la responsabilità di una Chiesa particolare, devono impiegare una particolare diligenza nel proteggere coloro che sono i più deboli tra le persone loro affidate.»

Così inizia la Lettera Apostolica, in forma di «Motu Proprio», di Papa Francesco, intitolata Istituzione del Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita.

Con la nuova disposizione papale, in base all'articolo 1, «Il Vescovo diocesano o l’Eparca, o colui che, anche se a titolo temporaneo, ha la responsabilità di una Chiesa particolare, o di un’altra comunità di fedeli ad essa equiparata ai sensi del can. 368 CIC e del can. 313 CCEO, può essere legittimamente rimosso dal suo incarico, se abbia, per negligenza, posto od omesso atti che abbiano provocato un danno grave ad altri, sia che si tratti di persone fisiche, sia che si tratti di una comunità nel suo insieme. Il danno può essere fisico, morale, spirituale o patrimoniale.»

"Non sapevo, non pensavo, non immaginavo..." non saranno più tollerati per giustificare un pastore nella conduzione della propria diocesi. Nel caso venga dimostrata la sua negligenza rispetto a situazioni che abbiano causato gravi danni ad altri, sarà rimosso dal proprio incarico.

Il motu proprio del Papa è composto di soli 5 articoli che illustrano il percorso di indagine e sentenza che la Curia romana dovrà seguire nel caso in cui possa configurarsi una situazione come descritta nell'articolo 1.
Pertanto, niente più discrezionalità da parte dei vescovi nel prendere provvedimenti nei confronti di religiosi o subordinati alla loro autorità che abbiano provocato ad altri gravi danni.

Nel caso non siano intervenuti con tempestività e con provvedimenti adeguati, i vescovi potranno essere rimossi dal loro incarico, con l'approvazione finale dello stesso pontefice, come recita l'articolo 5: «La decisione della Congregazione di cui agli artt. 3-4 deve essere sottomessa all’approvazione specifica del Romano Pontefice, il Quale, prima di assumere una decisione definitiva, si farà assistere da un apposito Collegio di giuristi, all’uopo designati.»

Quanto pubblicato nel Motu Proprio, entrerà ufficialmente in vigore a partire dal 5 settembre 2016.