Quando un populista comincia ad affidarsi alle promesse da realizzare a data da destinarsi e a mistificare la realtà cercando, ed espressione migliore di questa non è possibile trovare, di rigirare la frittata, allora vuol dire che è arrivato o, volendo essere ottimisti, sta arrivando al capolinea.

Ieri sera, in prima serata come tutti i media hanno per giorni sottolineato, alle 21 è andato in onda, o in scena dipende dai punti di vista, l'ormai consueto appuntamento del presidente del Consiglio Renzi su facebook, sotto la sigla #matteorisponde.

Dopo le critiche dell'ultima puntata, Renzi ha posizionato il suo portatile Apple su un lato dello schermo, ma con la mela sempre ben visibile. D'altronde, per lui, questa non è pubblicità.
Per quanto riguarda i contenuti trattati, quattro - più di altri - sono stati i temi sottolineati dalla maggior parte dei commentatori che hanno avuto la pazienza, se non il cuore, di ascoltare Renzi per tutto il tempo del suo intervento: il Jobs Act, l'abolizione di Equitalia, la riduzione delle aliquote Irpef e l'abolizione del bollo per le auto.

Secondo Renzi, dopo la pubblicazione dei dati dell'Inps, non è vero che la sua riforma del lavoro si sta dimostrando un flop. Tutt'altro. Secondo Renzi: «gli incentivi hanno funzionato, è il loro compito. Hanno funzionato nel 2015. Nel giro di due anni abbiamo recuperato 400 mila posti di lavoro. Abbiamo interrotto la caduta. Nel dare i dati trimestrali dell'Inps si è visto che il saldo positivo è più piccolo dello scorso anno. Non è che ci sono meno posti di lavoro, ma siccome gli incentivi sono ridotti, è cresciuta meno l'occupazione, va meno veloce ma continua a crescere».
Matteo Renzi, si è dimenticato di dire che gli incentivi proposti dal suo governo non hanno favorito tanto la creazione di posti di lavoro, quanto la trasformazione dei contratti a tempo determinato. Diminuiti gli incentivi è diminuita la convenienza da parte degli imprenditori di trasformare i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. E per tale motivo  va ricordato che esiste anche la concreta possibilità che tra un anno e mezzo, prima della scadenza degli incentivi, molti dei lavoratori assunti con il Jobs Act probabilmente verranno licenziati.

Renzi vuole abolire Equitalia, come se questo dovesse voler dire che non ci saranno più tasse da pagare. Non è così. Renzi ha detto che vuole riorganizzare il sistema di riscossione perché questo non sia più "vessatorio". Ma perché allora non togliere gli incentivi alla riscossione che vengono promessi ai dirigenti di Equitalia? Con questo sistema, visto che eventuali azioni di contestazione possono essere in seguito considerate uno sbaglio e non una truffa ai danni di un cittadino onesto, Equitalia continuerà a chiedere soldi anche se questi non sarebbero dovuti. Basta individuare un contribuente solvibile ed il gioco è fatto. Non sarebbe necessaria una rivoluzione, basterebbero delle regole sensate. Ma le regole non sono elettoralmente eclatanti, in special modo per un politico populista.

Ma visto che anche gli sprovveduti gli avrebbero poi imputato l'evidenza che, comunque, anche senza Equitalia le tasse si sarebbero pagate ugualmente, Renzi non ha dimenticato di annunciare la riduzione delle aliquote Irpef per il 2017... tanto mancano ancora mesi per metterla in pratica. Inoltre, non ha detto neppure di quanto dovrebbe essere. In tal modo, anche uno zero virgola in meno sarebbe comunque una promessa mantenuta.

Infine, il bollo auto. Ricordate Berlusconi? Periodicamente, l'abolizione del bollo auto è una specie di mantra che viene ripetuto dall'illuminato leader di turno. Doveva essere abolito anche a partire dal 2009, ma ancora adesso lo stiamo pagando.

Matteo Renzi vede le prossime scadenze elettorali con preoccupazione e non potendo spendere soldi, ha iniziato a spendere promesse. Data per persa Roma, nonostante abbia fatto di tutto per non farsi coinvolgere nelle amministrative in modo che nessuno possa rinfacciargli l'esito del voto per il PD, è indubbio che la perdita di Milano ed un eventuale ballottaggio a Torino, sarebbero indicati dai commentatori, anche i più renzianamente convinti, come il principio dello sgretolamento del renzismo. E questo non potrebbe non avere conseguenze nei lavori d'aula e sui risultati del prossimo referendum costituzionale.

Quindi, per i prossimi giorni e per i prossimi mesi, Renzi prometterà qualunque cosa la gente chieda, al di là della logica, delle necessità e del buon governo. Se i partiti non esistono più e devono essere sostituiti dai leader, il populismo non può che essere la logica conseguenza di tutto ciò.