Lo spettro dell'astensione. Così intitolava ieri l'Osservatore Romano per introdurre le elezioni amministrative che oggi interesseranno oltre 13 milioni di italiani.

Rispetto al passato, si voterà in un solo giorno. Per ragioni di bilancio, il voto al lunedì è stato abolito dal governo Letta, anche se un tentativo per reintrodurlo è stato ipotizzato da Alfano, ma subito bocciato.
Due sono le finestre per valutare l'affluenza alle urne. Una alle 12, l'altra alle 19. Il dato finale si avrà alla chiusura dei seggi, indicata alle ore 23.

Nel 2014, per le Europee dove però votavano tutti gli italiani, l'affluenza a mezzogiorno fu intorno al 16,5%, alle 19 al 42% e alla chiusura dei seggi al 58,6%.
Oggi, con circa un quarto degli elettori, distribuiti soprattutto al centro-nord, la percentuale delle 12, si attesta intorno al 18%.

Pertanto, se verrà rispettato l'andamento registrato alle Europee, l'affluenza finale ai seggi si dovrebbe attestare su un valore intorno al 60%: non confortante, ma neppure così drammatico come alcuni ipotizzavano.
Bisogna anch però considerare che, territorialmente, la distribuzione dei votanti non è omogenea, con il Sud, dove tradizionalmente l'affluenza al voto è più bassa, meno rappresentato in questa tornata elettorale.