Il risultato delle elezioni presidenziali austriache ha registrato la vittoria del Partito della Libertà (FPÖ, Freiheitlichen Partei Österreichs), una formazione politica di estrema destra, euroscettica ed anti-immigrazione. 

Il suo candidato, Norbert Hofer, 45 anni, ha ottenuto il 35% dei voti, assicurandosi l'accesso al ballottaggio del 22 maggio, dove si confronterà con Alexander Van der Bellen, 72 anni, dei Verdi, che ha conquistato il 21,3% dei consensi popolari.

Il candidato del Partito Socialdemocratico del cancelliere Werner Faymann e quello del Partito Popolare, le due compagini che formano l'attuale coalizione di governo, si sono aggiudicati l'11% dei voti ciascuno, preceduti al terzo posto da Irmgard Griss, un ex-giudice presentatasi come candidato indipendente, con il 19%.

Si tratta di un risultato che può essere definito sensazionale nei numeri, anche se non del tutto imprevisto. Del resto, gli sforzi del governo contro l'immigrazione e l'intenzione di costruire la barriera del Brennero sono finalizzati ad acquisire consenso fra la popolazione, che vede nell'immigrazione una minaccia, soprattutto ora che anche l'Austria registra un tasso di disoccupazione in costante crescita, dopo essere stato per anni il più basso d'Europa.

Il Partito della Libertà, la creatura di Jörg Haider, che lo portò al governo nel 2000, attirando sull'Austria le sanzioni dell'Unione Europea per le sue posizioni estremiste, ha saputo intercettare il sentire popolare non solo in tema di immigrazione, che comunque ha avuto un ruolo molto importante, ma anche contro le recenti decisioni del governo in termini di tasse, istruzione e riforma delle pensioni.

In Austria il presidente della Repubblica, come in Italia, ha una funzione prevalentemente rappresentativa, anche se, come da noi, ha il potere di sciogliere il governo. Tuttavia, avere a Vienna, per la prima volta dal 1945, nel palazzo che un tempo fu degli Asburgo, un presidente che non appartiene a uno di quelli che fino ad oggi sono stati i due maggiori partiti, ed hanno governato ininterrottamente per decine di anni, può rappresentare un terremoto all'interno del panorama politico austriaco, soprattutto in vista delle elezioni politiche che si terranno nel 2018.

A questo proposito, i sondaggi sulle intenzioni di voto per il 2018 danno al Partito della Libertà il 30%. Difficilmente, socialdemocratici e popolari insieme riusciranno a raggiungere quella pur striminzita maggioranza del 51% delle precedenti politiche.

L'appuntamento è dunque per il ballottaggio del 22 maggio, dove sei milioni e mezzo di austriaci sopra i 16 anni decideranno chi occuperà la carica di presidente federale per i prossimi sei anni al posto di Heinz Fischer, che è al suo secondo mandato. Naturalmente, stando anche ai sondaggi Norbert Hofer è  favoritissimo.