Il 3 ottobre è stato presentato uno studio commissionato dalla regione Puglia "sugli effetti delle esposizioni ambientali occupazionali, sulla morbosità e mortalità della popolazione residente a Taranto". Il rapporto conclusivo dello studio risale ad agosto 2016.

Questo è quanto è contenuto, in sintesi, nel rapporto così come è stato riassunto nelle pagine del sito che si occupa della Sanità per la regione Puglia:

+24% Ricoveri per malattie respiratorie dei bambini residenti nel quartiere Tamburi, +26% quartiere Paolo VI;

l’esposizione alle polveri industriali è responsabile di un +4% di mortalità, in particolare +5% di mortalità per tumore polmonare;

+10% per infarto del miocardio;

per effetto dell’SO2 (anidride solforosa) industriale: +9% mortalità, in particolare +17% mortalità per tumore polmonare, +29% per infarto del miocardio;

entrambi gli inquinanti sono responsabili di nuovi casi di tumore del polmone tra i residenti (+29% LE POVERI E +42% L’SO2).

Lo studio, curato da personale del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio - ASL Roma 1, dell'ARPA Puglia, dell'Unità di Statistica ed Epidemiologia del Servizio Sanitario Locale di Taranto e dell'AReS Puglia ha evidenziato che esiste "una relazione di causa-effetto tra emissioni industriali e danno sanitario".

A questo punto, per il sindaco di Taranto Stefano e per il presidente della regione Puglia Emiliano, in base a delle evidenze scientifiche che non possono essere ignorate, si pone concreta la domanda su come possa continuare l'attività produttiva dell'impianto Ilva di Taranto.

E questa domanda dovrebbe porsela anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a cui questo studio è stato inviato e che in base a quanto evidenziato non può certo ignorarlo, soprattutto in merito alle conclusioni che ne vengono tratte.

"In sintesi, l’indagine epidemiologica conferma i risultati degli studi precedenti rafforzandone le conclusioni, estende l’ambito di osservazione a diversi esiti sanitari, e considera diversi aspetti metodologici. La lettura dei risultati, anche alla luce della letteratura più recente sugli effetti nocivi dell’inquinamento ambientale di origine industriale, depone a favore dell’esistenza di una relazione di causa-effetto tra emissioni industriali e danno sanitario nell’area di Taranto. La latenza temporale tra esposizione ed esiti sanitari appare breve, ad indicare la possibilità di un guadagno sanitario immediato a seguito di interventi di prevenzione ambientale. Lo studio è stato possibile grazie al grande sforzo delle istituzioni collaboranti e alla qualità nella raccolta e disponibilità di dati ambientali e sanitari."

La produzione di acciaio dell'Ilva è ritenuta strategica da parte del Governo. Grazie a questo espediente, l'impianto ha potuto continuare a produrre, anche senza attendere che venissero completate le procedure della sua messa in sicurezza.

Ma proprio per diminuirne il pericolo che costituisce per la città di Taranto e le zone limitrofe, il presidente della regione Puglia Emiliano aveva inviato, nel dicembre scorso, una proposta per la produzione di acciaio in maniera diversa da come attualmente viene fabbricato e, naturalmente, senza che possa avere ricadute negative per l'ambiente. Però, fino ad oggi non ha avuto alcuna risposta.

Nel frattempo, in alcune dichiarazioni che hanno seguito la pubblicazione dello studio, Emiliano ha detto di aver dato mandato all'Avvocatura della propria regione di istruire la richiesta per una sospensione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, grazie alla quale l'Ilva può svolgere la sua attività. Se, nel frattempo, non ci fossero interventi del Governo e la richiesta venisse accolta, l'impianto verrebbe chiuso.

E come ogni confronto che si rispetti al giorno d'oggi, va in scena anche la polemica social. Così, mentre Renzi posta su twitter la notizia della «ratifica dell'accordo di Parigi sul clima. L'Italia che pensa ai propri figli»,

Michele Emiliano gli risponde con lo stesso mezzo con un post che, sul barometro politico, indica prossima bufera all'orizzonte: «@matteorenzi ricordati anche dei figli di Taranto. Oggi hai ratificato un trattato che obbliga l'Italia a decarbonizzare le sue industrie.»

Per il momento, non si registra alcun interesse da parte di Matteo Renzi nei confronti dei problemi sanitari di Taranto. In questi giorni il presidente del Consiglio divide il suo tempo tra la promozione al suo Governo insieme alla propaganda elettorale per il Sì al referendum viaggiando in lungo e in largo per l'Italia (le ultime tappe sono Treviso, Genova e Torino) e le alchimie per trovare spunti e coperture per la legge di stabilità che dovrà essere presentata entro metà ottobre.