Il 1 gennaio 2018 si celebra la 51.esima edizione della giornata mondiale della pace. Papa Francesco, venerdì 24 novembre, per ricordare l'evento ha inviato un messaggio dal titolo "Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace".

Per prima cosa, Bergoglio ha descritto il problema della migrazione nei numeri: 250 milioni di migranti nel mondo, dei quali 22 milioni e mezzo sono rifugiati e, riguardo a costoro, ha richiamato le parole di Benedetto XVI per ricordare che «sono uomini e donne, bambini, giovani e anziani che cercano un luogo dove vivere in pace».

Perché così tanti rifugiati e migranti si è chiesto il Papa? Come conseguenza di «una interminabile e orrenda sequela di guerre, di conflitti, di genocidi, di pulizie etniche» che hanno segnato il XX secolo.

A questo si aggiunge anche il «desiderio di una vita migliore, unito molte volte alla ricerca di lasciarsi alle spalle la disperazione di un futuro impossibile da costruire», senza dimenticare la «miseria aggravata dal degrado ambientale».

Francesco ha anche ricordato che «la maggioranza migra seguendo un percorso regolare, mentre alcuni prendono altre strade, soprattutto a causa della disperazione, quando la patria non offre loro sicurezza né opportunità, e ogni via legale pare impraticabile, bloccata o troppo lenta.»

Ma le parole più severe, che sicuramente non potranno non suscitare polemiche, sono quelle rivolte ai politici e alla loro convenienza di fomentare odio nei confronti dei migranti per loro convenienza: «In molti Paesi di destinazione si è largamente diffusa una retorica che enfatizza i rischi per la sicurezza nazionale o l’onere dell’accoglienza dei nuovi arrivati, disprezzando così la dignità umana che si deve riconoscere a tutti, in quanto figli e figlie di Dio. Quanti fomentano la paura nei confronti dei migranti, magari a fini politici, anziché costruire la pace, seminano violenza, discriminazione razziale e xenofobia, che sono fonte di grande preoccupazione per tutti coloro che hanno a cuore la tutela di ogni essere umano.»

E poiché tutti gli elementi di cui dispone la comunità internazionale danno per scontato che il fenomeno della migrazione non potrà non continuare, queste le Quattro pietre miliari" che il Papa suggerisce per poterlo governare: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.

«Accogliere richiama l’esigenza di ampliare le possibilità di ingresso legale, di non respingere profughi e migranti verso luoghi dove li aspettano persecuzioni e violenze, e di bilanciare la preoccupazione per la sicurezza nazionale con la tutela dei diritti umani fondamentali.

Proteggere ricorda il dovere di riconoscere e tutelare l’inviolabile dignità di coloro che fuggono da un pericolo reale in cerca di asilo e sicurezza, di impedire il loro sfruttamento. Penso in particolare alle donne e ai bambini che si trovano in situazioni in cui sono più esposti ai rischi e agli abusi che arrivano fino a renderli schiavi.

Promuovere rimanda al sostegno allo sviluppo umano integrale di migranti e rifugiati. Tra i molti strumenti che possono aiutare in questo compito, desidero sottolineare l’importanza di assicurare ai bambini e ai giovani l’accesso a tutti i livelli di istruzione: in questo modo essi non solo potranno coltivare e mettere a frutto le proprie capacità, ma saranno anche maggiormente in grado di andare incontro agli altri, coltivando uno spirito di dialogo anziché di chiusura o di scontro.

Integrare, infine, significa permettere a rifugiati e migranti di partecipare pienamente alla vita della società che li accoglie, in una dinamica di arricchimento reciproco e di feconda collaborazione nella promozione dello sviluppo umano integrale delle comunità locali.»

Infine, Bergoglio auspica che per il 2018 le Nazioni Unite possano dar vita a due «patti globali, uno per migrazioni sicure, ordinate e regolari, l’altro riguardo ai rifugiati» in modo che il «realismo della politica internazionale» non diventi una «resa al cinismo e alla globalizzazione dell’indifferenza.»