Report di Sigfrido Ranucci continua nella sua serie di inchieste scomode che ci raccontano la realtà che i media spesso, se non sempre, dimenticano o fanno finta di non vedere. Report è infatti un'eccezione nel panorama dell'informazione italiana in generale e di quella della tv di governo (RAI) in particolare.

Nella puntata andata in onda lunedì, l'inchiesta di Giorgio Mottola sul cinema italiano ci ha raccontato molto di più di quello che è stato riportato. Infatti, sebbene sia stato dato risalto alla fine ingloriosa di un'impresa che nella realtà non è mai iniziata, quella degli studi cinematografici di Beningni a Papigno, frazione del comune di Terni, il servizio di Report è stata in realtà la rappresentazione perfetta di cosa sia stata e continui ad essere l'Italia: un paese diviso in due, dove da una parte c'è la gente "normale" e dall'altra i soliti furbi che, oltretutto, sono pure aiutati dallo Stato.

Così abbiamo saputo che al MiBACT sanno benissimo che il credito d'imposta per la realizzazione dei film viene utilizzato in maniera anomala e scorretta rispetto alle finalità con cui è stato pensato, ma non fanno nulla.

Così abbiamo saputo che le difficoltà di Benigni collegate agli "Studios" di Papigno, costati in investimenti pubblici decine di milioni di euro, sono state quasi per intero saldate con l'acquisizione delle strutture, che sarebbero dovute diventare teatri di posa, da parte di Cinecittà, senza però che quest'ultima li abbia mai sfruttati per alcuna produzione.

Così abbiamo saputo anche che Cinecittà - ad oggi in mano privata e posseduta da Abete, De Laurentis e Della Valle - in forte perdita e utilizzata in minima parte per le produzioni cinematografiche, passerà di nuovo in mano pubblica, togliendo, probabilmente, da qualsiasi problema gli attuali proprietari.

Adesso non resta che attendere di sapere quanto il ministero presieduto da Franceschini deciderà di pagare un'azienda quasi allo sbando che ha perso nell'ultimo esercizio oltre 30 milioni di euro.

Sicuramente non lo sapremo dai media, ma da una delle prossime puntate nelle prossime edizioni di Report, nel caso continui ad andare in onda.