David Sonboly, è questo il nome del diciottenne responsabile della sparatoria al centro commerciale Olympia di Monaco, del quale la polizia ha fornito un profilo che in parte spiega le motivazioni del suo gesto.

Niente a che fare con motivazioni religiose, nessun legame con il radicalismo islamico, per questo ragazzo nato e cresciuto a Monaco, dove i genitori si erano trasferiti agli inizi degli anni 90.

Una famiglia tranquilla, benvoluta dai vicini, il padre tassista, la madre commessa. Anche David Sonboly viene descritto come un ragazzo calmo, educato, anche se un po' introverso. Frequentava ancora la scuola e occasionalmente consegnava i giornali per guadagnare qualche cosa.


Vittima di bullismo a scuola

Forse proprio a scuola è iniziato quel processo che si è concluso con la strage di venerdì. Si racconta che il ragazzo sia stato vittima di episodi di bullismo da parte dei compagni. Questo potrebbe aver causato i disturbi psichici legati ad uno stato di depressione, per i quali era stato anche in cura.

Non sembrerebbe essersi trattato dell'impulso di un momento, ma di un'azione preparata da tempo. Il suo interesse per stragi compiute da adolescenti che, impugnata un'arma, uccidono altre persone, lo dimostra il libro che è stato trovato durante la perquisizione nell'appartamento in cui viveva con i genitori e il fratello.

Il titolo è molto indicativo: "Amok im Kopf: Warum Schüler töten"(Furia omicida: Perché gli studenti uccidono). L'autore è uno psicologo, che tenta di spiegare i meccanismi che inducono alcuni giovani a compiere atti violenti come quello di ieri.

David Sonboly non aveva mai avuto problemi con le forze dell'ordine. Esistono, è vero, due denunce in cui compare il suo nome: una del 2010 per un litigio fra adolescenti e l'altra del 2012 per furto. Ma in entrambi i casi il suo ruolo è stato quello della vittima.


"Io sono tedesco!"

Qualcosa di più sullo stato d'animo del ragazzo ce lo dice forse l'alterco che ha avuto con una persona che lo ha ripreso da un palazzo vicino, quando è salito sul tetto di un parcheggio coperto. Nel video, riproposto da tutte le televisioni, si sente Sonboly che dice: "Io sono tedesco, sono nato qui. Ero ricoverato... A causa vostra sono stato vittima di bullismo per sette anni. E ora ho dovuto comprarmi un'arma per uccidervi tutti".


Ha invitato al McDonald's con un messaggio su Facebook
Il diciottenne, alcune ore prima del fatto, si è impadronito dell'account Facebook di una certa Selina Akin, con cui ha postato un messaggio in cui invitava a recarsi al McDonald's, teatro della sparatoria: "Venite oggi alle 16 al McDonald's dell'OEZ. Vi offro qualcosa se volete, ma non troppo caro".

Qualcuno degli "amici" avrebbe commentato che si trattava di un falso e che il tizio che lo aveva scritto era mentalmente disturbato e cercava solo attenzione. Sarebbe stato anche fatto il nome proprio di David Sonboly.


Si è ucciso sparandosi alla testa

La vicenda si è conclusa con la morte del killer, il cui cadavere è stato ritrovato attorno alle 20 e 30, a circa un chilometro dal centro commerciale. C'era stato in precedenza uno scontro a fuoco con degli agenti in borghese, che però non erano riusciti a colpirlo. L'autopsia ha dimostrato che si è suicidato con un colpo alla testa della sua Glock 17,9 mm. con matricola abrasa. Nel suo zaino sono stati trovati ben 300 proiettili.

Delle nove vittime si sa che erano quasi tutte persone molto giovani, di età compresa fra 14 e 20 anni, una ne aveva 45. Fra loro tre donne.