Virginia Raggi, sindaco di Roma. 
L’Europa ha già detto che non si devono fare nuove discariche ed inceneritori. Noi stiamo andando in quella direzione, a differenza di qualcun altro. Abbiamo presentato un piano rifiuti fino al 2021 per invertire la tendenza e per iniziare da oggi a costruire finalmente un percorso virtuoso.
Roma Capitale raccoglie i rifiuti e li trasferisce negli impianti di trattamento Tmb. Da qui, non possono partire i camion di rifiuti trattati perché la Regione non ha previsto impianti sufficienti e, addirittura, non autorizza l'incremento della capienza di quelli esistenti.
Non lo diciamo noi ma il Governo: l’impiantistica del Lazio è sottodimensionata. E, inoltre, dal 2012 la Regione Lazio non ha ancora adottato un nuovo Piano Rifiuti Regionale, né ha approvato la tariffa per lo smaltimento.

Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio.
Salviamo Roma. Il Comune ci dica quali impianti vuole fare e dove. Noi aiuteremo la città come sempre. Ad ora non c'è nessuna proposta.

Queste le posizioni, o si dovrebbe dire le contrapposizioni, dei due responsabili dello smaltimento rifiuti di Roma. Prima di sbilanciarsi su qualsiasi considerazione su chi possa o meno aver ragione, bisogna ricordare che l'ennesima diatriba rifiuti è iniziata dopo che Matteo Renzi ha lanciato, domenica scorsa, una campagna per pulire la Capitale, annunciandone l'emergenza rifiuti.

Fino a quel momento, nessun giornale e nessuna tv ne avevano parlato. Adesso, sia giornali che tv sono tutti fiumi in piena che, manco a dirlo, hanno già sentenziato che il problema è causa della Raggi. Non vale neppure la pena verificare se le giustificazioni portate da sindaco e presidente abbiano o meno riprova in atti e documenti ufficiali. La sentenza è già scritta: la Raggi è colpevole.

Sarà... ma perché allora non si dovrebbe credere che Zingaretti non abbia rallentato volutamente le manovre di scarico negli impianti di trattamento con lo scopo di danneggiare il comune? Il solito complottismo? E' probabile, ma l'ipotesi, specialmente considerando la spregiudicatezza di Matteo Renzi, non sarebbe neanche tanto campata in aria. Ipotizzare che Renzi abbia imposto a Zingaretti di creargli i presupposti per iniziare una campagna di discredito contro i 5 Stelle in vista delle prossime amministrative e delle prossime poltiche, che probabilmente si celebreranno prima della scadenza prevista, non è così assurdo pensarlo.

Il solito problema di credibilità, il cui sospetto è alimentato dalla pletora di personaggi vip che lanciano strali contro la Raggi e i 5 Stelle. Ma perché, nel frattempo, i mezzi di informazione invece di riportare lo scambio di battute dell'una e dell'altra parte in causa non si danno da fare per verificarne la veridicità e indicare con precisione le responsabilità dell'uno o dell'altro? E' chieder troppo?