Ad un mese dal proprio insediamento, Donald Trump ha dato forma al team che guiderà gli USA nei prossimi quattro anni. Presentatosi come paladino dell'antisistema, Trump ha rinunciato all'apporto di avvocati, intellettuali, accademici ed ha infarcito il suo governo con personaggi che hanno come tratti comuni quelli di essere bianchi, anziani e, soprattutto, ricchi.

Così, andranno ad occupare posti chiave nel governo personaggi che lasceranno ruoli di comando in aziende come Exxon Mobil e Goldman Sachs. Resta da vedere se questo può, alla prova dei fatti, esser considerata come una discontinuità con il passato.

Quello che invece appare quasi certo è che costoro contribuiranno a limitare, se non a cancellare, i pur piccoli passi in avanti dell'amministrazione Obama per rendere meno evidenti le discriminazioni di classe. Per questo, sono in molti a scommettere in consistenti riasseti nel campo fiscale ed in quello sanitario.

L'incertezza, invece, riguarderà la coesione della squadra. Molti membri del nuovo governo sono o sono stati amministratori di grandi società multinazionali e, va da sé, per tale motivo è gente abituata a prendere decisioni in completa autonomia e ad imporle senza repliche. Potranno collaborare tra loro? E soprattutto, potranno accettare le decisioni di Trump ed assecondarle senza alcuna modifica?

Inoltre, proveniendo da aziende, i nuovi collaboratori di Trump sono abituati a lavorare per soddifare consiglieri di amministrazione e azionisti. Come è già stato ampiamente dimostrato in Italia con l'esperienza Berlusconi, una nazione non è un'azienda e le scelte amministrative non sono e non possono essere identiche. Pertanto, saranno in grado di capire la differenza tra governare uno Stato e governare un'azienda?

Ad oggi, tra i membri scelti da Trump, tra ministri e consiglieri, 16 sono maschi mentre sono solo quattro le donne. Tra loro vi è un afro-americano, un asiatico-americano ed un indiano-americano. Non c'è alcun rappresentate che abbia origini ispaniche, nonostante il numero sempre più crescente di americani che hanno origini sudamericane e lo spagnolo sia la lingua più diffusa.

Pertanto, il mandato di Trump si presenta con molti interrogativi e molti dubbi su quello che potrà essere il futuro amministrativo degli USA.