Oggi è il giorno della verità per la Gran Bretagna, ma anche per l'Europa nel suo complesso. Difficile ipotizzare un'Unione Europea senza il paese con la seconda più grande economia del continente.

Senza contare che una vittoria del Leave finirebbe per dare il via ad una serie di referendum in altri paesi, in molti dei quali è fin d'ora prevedibile che saranno i favorevoli ad uscire dall'unione a prevalere.

E' record per quanto riguarda il numero dei votanti, poco al di sotto dei 46 milioni e mezzo. Al voto hanno diritto, come accade per le elezioni europee, anche gli abitanti di Gibilterra, che, secondo un recente sondaggio, sarebbero favorevoli a restare nell'unione per l'88%.

Difficile fare previsioni su chi uscirà vincitore dalle urne. Gli ultimi sondaggi forniscono indicazioni contrastanti, due danno in testa il Leave, due il Remain, concordando sulla percentuale degli indecisi, che si attesta al 10%.

Più in dettaglio, il sondaggio pubblicato dal Daily Mail dà i favorevoli alla permanenza in Europa al 48%, contro un 42% della controparte. Cifre, che al netto degli indecisi, diventerebbero un 54 contro 46.

Anche YouGov dà un margine di vantaggio, questa volta di due punti, al Remain (51% a 49), mentre un sondaggio TNS dà indicazioni opposte (43 a 41 per il Leave, con il 16% fra indecisi e astenuti).

Ieri, ci sono stati gli ultimi appelli da parte di entrambi gli schieramenti. David Cameron ha parlato a Birmingham, insieme al suo predecessore Gordon Brown. Il primo ministro ha nuovamente sottolineato il pericolo di un indebolimento dell'economia in caso di fuoriuscita dall'Europa, ammonendo che il livello di occupazione ed il benessere delle famiglie saranno garantiti solo all'interno dell'unione.

Gordon Brown ha pensato bene di sfruttare il recente brutale omicidio della parlamentare laburista, denunciando la violenza e i toni spesso offensivi della campagna referendaria, che hanno dato un'immagine del paese in cui l'ex-primo ministro ha detto di non riconoscersi e che non è quella che avrebbe voluto Jo Cox.

Jo Cox è stata ricordata anche in una toccante dichiarazione del marito Brendan in occasione del giorno di quello che sarebbe stato il suo 42esimo compleanno, giorno che, se fosse stata ancora in vita, la parlamentare uccisa avrebbe trascorso nella sua città natale facendo campagna per la permanenza nell'unione.

 

Il leader laburista, Jeremy Corbin, ha pronunciato il suo ultimo appello a Londra, invitando a votare per il Remain, ma aggiungendo che gli argomenti della controparte (diseguaglianza economica, carenze abitative, immigrazione), seppure espressi spesso con toni violenti, hanno una loro valenza e dovranno essere affrontati nel post-referendum.

L'ex-sindaco di Londra, Boris Johnson, favorevole all'uscita dalla UE, ha detto che il Leave è ad un passo dalla vittoria ed ha invitato gli elettori a recarsi alle urne per approfittare di un'occasione che non si ripresenterà più.

Oggi in borsa sembra regnare l'ottimismo. Le quotazioni hanno toccato i livelli più alti dallo scorso mese di Aprile, con il FTSE 100 cresciuto dell'1,5%, il valore più alto da due mesi a questa parte.

Anche la sterlina ha raggiunto il valore più alto degli ultimi sei mesi contro il dollaro ed è stata scambiata a 1,4851 dollari.

Le previsioni in caso di uscita dalla UE parlano di una perdita complessiva di valore delle società quotate alla borsa di Londra di ben 350 miliardi di sterline ed una svalutazione della sterlina che la porterebbe ad essere scambiata a 1,30 con il dollaro.

La giornata di oggi non è delle migliori in Gran Bretagna dal punto di vista climatico, ma questo non sembra aver fermato gli elettori, a giudicare dalle lunghe file formatesi all'ingresso dei seggi. Non si tratta di una chiara indicazione sull'effettiva affluenza alle urne, ma dà una certa speranza ai favorevoli all'uscita dall'Europa, che contano su una larga partecipazione alla consultazione referendaria.