Finalmente un po' chiarezza! L'Unità, dall'alto della sua credibilità confermata da una lunga esperienza di imparzialità e obiettività di giudizio, ci ha spiegato oggi che "i voucher sono stati cancellati con un decreto-legge di questo Governo e non torneranno".

E vivaddio, finalmente un po' di chiarezza. Così scopriamo che la principale differenza del nuovo strumento per il pagamento delle prestazioni di lavoro occasionale è il nome. Adesso i voucher si chiameranno PrestO.

Una differenza epocale: solo le lettere ero saranno riferibili al vecchio strumento, mentre le consonanti pst sono una novità assoluta!

I PrestO nascono con l'intenzione di normare piccole prestazioni di lavoro occasionale di modesta entità economica, che oggi non trovano alcuna tutela nel nostro ordinamento e non solo per le famiglie ma anche per le imprese fino a 5 dipendenti e pubbliche amministrazioni in presenza di esigenze temporanee ed eccezionali.

Naturalmente, chi sostiene il contrario non dice la verità!

E quanti bugiardi ci sono in Italia! Stavolta i grillini sembrano essersi disinteressati, almeno per ora, dell'argomento. Così i bugiardi vanno ricercati nel sindacato, la Cgil che aveva promosso il referendum per abolire i voucher, nella sinistra sinistra, o quella vera se si preferisce, e negli appartenenti allo stesso PD, quelli che ancora ostinatamente insistono a voler credere - al di là di ogni evidenza - che il Partito Democratico non sia diventato il Partito di Renzi.

Inutile ricordare a l'Unità e ai renziani che è lo stesso governo che ha voluto abrogare i voucher perché non venisse fatto il referendum ed è inutile ricordargli che la Cgil avrebbe acconsentito ad una loro modifica purché limitati alle prestazioni occasionali delle sole famiglie.

Ma il convicimento del "dialogante" Renzi colui che dice che le decisioni del PD e del governo vengono prese dopo aver parlato con tutti è sempre lo stesso: agire autonomamente e soprattutto in totale divergenza con quello che un partito che si dichiara socialista dovrebbe fare.

Almeno in questo caso, al PD e al governo va riconosciuta un'assoluta coerenza.