Per l'ultimo giorno di Agosto, l'Istat comunica i resoconti sull'andamento dell'occupazione per luglio 2016, dei prezzi al consumo per agosto e delle retribuzioni contrattuali relativo a luglio.

Il primo dato pubblicato è quello relativo all'occupazione e non è affatto positivo. A luglio il numero degli occupati cala del -0,3% rispetto al mese di giugno, con un valore pari a -63 mila unità.

Da marzo a giugno si era invece registrata una tendenza positiva, anche se va considerato che nel mese precedente, giugno 2016, l'aumento del numero di occupati era relativo solo a quello dei lavoratori indipendenti, autonomi e partite Iva, mentre tra i lavoratori dipendenti non vi era stato alcun aumento.

A luglio, invece si registra una tendenza opposta con un calo degli indipendenti di -68 mila unità. Ancora una volta risulta invariato il numero dei lavoratori dipendenti, sia a termine che a tempo indeterminato.

Il tasso di occupazione, pari al 57,3%, diminuisce di 0,1 punti percentuali sul mese di giugno. Cresce anche il numero di coloro che, tra i 15 e i 64 anni, hanno deciso che è inutile cercare lavoro che a luglio aumenta dello 0,4% (+53 mila), dopo il calo registrato nei quattro mesi precedenti. Il tasso di inattività risulta pari al 35,2% (+0,2 punti percentuali).

Riportato su base trimestrale, maggio-luglio, il rapporto indica ancora un aumento degli occupati (+0,7%, pari a +157 mila) ed un calo degli inattivi (-1,3%, pari a -185 mila), con i disoccupati risultano in lieve aumento (+0,1%, +4 mila).

Anche su base annua i dati di luglio indicano ancora una tendenza all'aumento del numero di occupati (+1,2%, pari a +266 mila), attribuibile ai lavoratori dipendenti (+1,7%, pari a +285 mila) con un calo dei disoccupati (-1,5%, pari a -44 mila) e degli inattivi (-2,9%, pari a -407 mila).

Quello che va anche fatto notare è che lo scorso anno, nello stesso periodo, il numero dei lavoratori era sensibilmente aumentato, presumibilmente anche in funzione del fattore stagionale. Quest'anno neppure il lavoro estivo pare dare una mano all'ottimismo, supportato non si sa bene da quali dati, del Governo.

 

In relazione all'andamento dei prezzi al consumo le cose non vanno meglio. Infatti, anche se nel mese di agosto 2016 i prezzi registrano un aumento solo dello 0,2% su base mensile, su base annua il dato è, seppur di poco, ancora in diminuzione del -0,1%, facendo registrare lo stesso tasso tendenziale di luglio.

Da una parte si è attenuato il calo tendenziale dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-7,0%, da -8,0% di luglio) mentre accelera la crescita di quelli degli Alimentari non lavorati (+2,4%, era +1,5% il mese precedente), dall'altra i prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni registrano un'inversione di tendenza (-1,4%, era +0,4% di luglio), mentre si azzera la crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (era +0,7% il mese precedente).

Con questi dati, l'inflazione acquisita per il 2016, ad agosto risulta pari a zero (era -0,1% a luglio). Sicuramente è un piccolissimo passo in avanti, ma come questo possa aiutare il PIL italiano perché possa crescere di più rispetto all'anno precedente non si riesce a comprendere.

 

L'ultimo dato pubblicato oggi dall'Istat, in tarda mattinata, riguarda i contratti collettivi e le relative retribuzioni.

Per quanto riguarda le retribuzioni, il dato registrato a luglio 2016 rimane invariato rispetto a quello del mese precedente, mentre è in aumento del +0,6% nei confronti di luglio 2015. Nei primi sette mesi del 2016 la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,6% rispetto al corrispondente periodo del 2015.

Sul versante contratti, che interessano il 31,8% degli occupati dipendenti, i dipendenti in attesa di rinnovo è pari al +68,2%, in aumento rispetto al mese di giugno. Un lavoratore deve attendere in media 38,2 mesi, prima di veder rinnovato il proprio contratto.