Un grosso dispiacere, una brutta notizia, una malattia, stress, ansia... chi di noi non si è trovato almeno una volta a combattere con una di queste situazioni? Dove trovare conforto? 

Non importa quanti anni abbiamo, sia che siamo giovani o anziani, quando ci troviamo in difficoltà ci sentiamo "indifesi" come bambini. E cosa fa un bambino impaurito? Cerca la mamma, cerca il papà. Quando soffriamo non ci rivolgiamo forse a Dio, nostro Padre, ed alla Madonna, nostra Madre?

E' la cosa più naturale del mondo. Pregare: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro" (v. 28). E' l'invito che ci rivolge Gesù. Anche quando tutto ci sembra perduto, anche in mezzo ai problemi più difficili, noi abbiamo sempre una certezza: sappiamo di poterci affidare a Lui, che con le braccia aperte, non attende altro che accoglierci, abbracciarci, consolarci, asciugare le nostre lacrime e darci la forza di ripartire, con lo spirito rinnovato, con l'animo più leggero, per affrontare quell'ostacolo sul quale ci eravamo arenati. E con la preghiera ripartire sarà più semplice.

La vita è così: si nasce, si cresce, si matura. E alla fine si muore. Capita a tutti, nessuno escluso. E' proprio davanti alla morte che l'ateo si smarrisce...

Vedete la differenza?

  • Il cristiano ha una certezza: Gesù. E questa certezza è vita, è risurrezione.
  • l'ateo ha una certezza: la morte. E di fronte a questa è inerme, perchè per lui rappresenta la fine di tutto.

Il cristiano sa che la morte non è il termine della vita, ma è una trasformazione: una metamorfosi che cambia la "vita terrena" in "vita eterna". Il cristiano guarda la morte come un evento di passaggio. Il suo sguardo è proiettato avanti, verso quell'incontro con Gesù che lo attende fin dal suo primo respiro, fin dal primo battito del suo cuore, e ancor prima, fin dall'istante del concepimento. Gesù ha un appuntamento con ciascuno di noi...

Ma Gesù "ha vinto la morte" ed "ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del Vangelo" (cfr 2Timoteo 1,10). Ed ecco che questo appuntamento non è di dolore, ma di gioia.

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,28-30)

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore

La paura, gli affanni, le ingiustizie di questo mondo corrotto, ll disagio sociale, la mancanza di lavoro... sono un giogo pesante. Il giogo che questo mondo ci impone. Il giogo che ogni ateo porta sul proprio collo.

Gesù ci propone di liberarci da questo giogo: "Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita" (v. 29). Togliamoci di dosso il giogo delle iniquità che ci impone il mondo e mettiamo al suo posto il giogo "dolce e leggero" (cfr. v. 30) che ci propone Gesù!

Avete notato? Impone/propone. Sì perchè i mali del mondo non li scegliamo noi, ma li subiamo. Gesù invece non ci obbliga a nulla. In virtù del libero arbitrio possiamo scegliere se accettare o meno i suoi consigli.

Cari amici, le domande che oggi vi propongo (e mi propongo) sono: Come mi comporto di fronte alle difficoltà: mi lascio sopraffare dall'ansia e dallo sconforto, oppure sono capace di affidarmi serenamente a Dio? Confido nella preghiera per risolvere i miei problemi? E ancora, un bell'esercizio: come immagino che sarà il mio incontro con Gesù: doloroso, sereno, gioioso...?

Questa notte, Gesù, Ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Fa', Ti prego, che sappiano liberarsi dal giogo del male per prendere sulle proprie spalle il Tuo, lieve e dolce.


#Santanotte amici miei! :) :) :)

Il dipinto di oggi è “Cristo e la donna Cananea”, del pittore italiano Rocco Marconi, 1520 circa, olio su tela, 120 x 155 cm., Los Angeles County Museum of Art, USA

Alessandro Ginotta