Hillary Clinton riprende il suo tour elettorale dopo una pausa di tre giorni e il malore che l'ha costretta ad abbandonare Ground Zero, durante le celebrazioni in memoria delle vittime dell'11 settembre.

Una pausa che il candidato democratico alla presidenza ha definito un vero e proprio regalo, perché le ha lasciato il tempo per riflettere. Speriamo che non serva ogni volta una polmonite per dar modo alla signora Clinton di pensare.

La campagna elettorale è ripartita da Greensboro in Nord Carolina con un evento mediaticamente ben preparato. Mentre la "paziente" saliva sul palco, risuonavano dagli altoparlanti in sala le note di un classico di James Brown, "I feel good".

In precedenza, il medico personale della Clinton, la dottoressa Lisa Bardack, l'ha dichiarata "fit to serve", idonea a ricoprire la carica di presidente degli Stati Uniti, dopo che, come lei stessa ha dichiarato, a parte i postumi della polmonite, tutto il resto è a posto e la sua paziente "è in eccellenti condizioni mentali".

C'è da chiedersi il perché di questa precisazione sullo stato mentale. Normalmente una polmonite non dovrebbe avere ripercussioni sull'attività cerebrale. Nonostante l'impegno profuso dal suo comitato elettorale nell'assicurare l'opinione pubblica sul suo stato di salute, dubbi in proposito ne rimangono ancora.

L'anamnesi di Hillary Clinton, già riferita dalla stessa Bardack nel 2015, racconta di una grave trombosi venosa nel 1998 e nel 2009, di una frattura al gomito sempre nel 2009 e di un embolo e di una commozione cerebrale nel 2012.

Che, questa volta, si trattava di una polmonite, la Bardack ci ha messo un po' a scoprirlo. Quando il 5 settembre scorso, Hillary ebbe un forte attacco di tosse a Cleveland, lo attribuì ad un'infezione delle prime vie respiratorie, legata ad un'allergia stagionale.

A gennaio di quest'anno, riferisce sempre la Bardack, la sua illustre assistita soffrì di un'infezione al seno nasale e all'orecchio, con formazione di liquido nell'orecchio sinistro, tale da rendere necessaria una miringotomia (incisione del timpano) per il drenaggio.

Ma per un'infezione all'orecchio c'è bisogno di una TAC? Perché nel marzo 2016 la Clinton fu sottoposta proprio ad una TAC al cervello e ai seni nasali, che evidenziò, comunque, solo una leggera sinusite cronica.

Che Hillary Clinton non stesse bene l'11 settembre già prima di recarsi a Ground Zero e che il suo staff fosse preoccupato per il suo stato di salute ce lo confermano alcune foto in cui compare affiancata dalla dottoressa Bardack, inizialmente scambiata per un'infermiera, che le controlla costantemente il polso.

Ma quello che ha scatenato una serie di illazioni sul reale di stato di salute di Hillary è un'altra immagine, in cui stringe le dita della dottoressa, sembra su richiesta di quest'ultima, in quello che è un test neurologico per il morbo di Parkinson.

A tale proposito erano già corse voci allarmistiche in passato, quando fra le email diffuse da Wikileaks ce ne erano alcune del 2011 in cui la Clinton riteneva di soffrire di stress decisionale e si interessava ad un farmaco usato nel trattamento del morbo di Parkinson.

Una prima mail è del 19 agosto 2011. E' indirizzata ad una sua confidente e consigliera, una certa Cheryl Mills, e fa riferimento ad un articolo intitolato "Soffri di stress decisionale?".

L'articolo descrive come persone che occupano posizioni di potere possano incorrere nel cosiddetto "stress decisionale", che causa un abbassamento dell'energia mentale e spinge a comportarsi in maniera incontrollata ed impulsiva. Chi ne soffre, anche se si tratta di persone normalmente pazienti e sensibili, ha scatti d'ira nei confronti dei colleghi, una cosa che a Hillary capiterebbe spesso e di cui i suoi collaboratori si sono spesso lamentati.

Due mesi dopo, la Clinton ricevette una mail dal suo principale consigliere di politica estera, Jacob Sullivan, che le dava informazioni a proposito del Provigil (Modafinil), un farmaco usato per il trattamento di sonnolenza grave in pazienti che soffrono di Parkinson, Alzheimer, sclerosi multipla o narcolessia.

Ci sarà del vero o si tratta delle solite teorie complottiste? Il tempo lo dirà. Certo la Clinton spesso ha un aspetto non troppo rassicurante e, quando è sul palco, a volte ha difficoltà a mantenersi in equilibrio.

Nel disperato tentativo di dimostrare il suo buono stato di salute è arrivata al punto di aprire un vasetto di cetrioli nel corso di un talk show.

Di sicuro c'è che si cercherà fino all'ultimo di tenerla in corsa per la Casa Bianca e farla entrare in carica a gennaio, qualora riesca a spuntarla su Trump. Poi, dopo succeda quel che succeda. Per molti democratici, meglio una Clinton costretta a dimettersi dopo essere stata eletta, che la prospettiva di vedere Bernie Sanders nello studio ovale.