Alessandro Conticini, da luglio del 2008, è direttore esecutivo della società da lui fondata, la PTA (Play Therapy Africa) Development Consulting, che si occupa di fare consulenze a livello internazionale su sviluppo e problematiche umanitarie. E le sue competenze nel campo, acquisite tramite l'Università di Bologna e quella di Manchester lo dimostrano: International Development and Poverty Reduction Strategies, Child Protection Programming, Social Protection Programming, Communication for Development, Strategic policy development and thinking, Planning and expenditure frameworks, Management and consulting, Expert on African countries, Supervise human and funding resources as appropriate. Competenze che, prima di fondare una propria azienda, lo hanno portato a gestire e dirigere tutte le attività umanitarie svolte dall'Unicef in Etiopia.

Nel 2011 la Banca d'Italia segnala un'attività che ritiene sospetta: riguarda il flusso di denaro, si parla di centinaia di migliaia di euro, che partendo dal conto corrente della sua società Play Therapy Africa, che ha sede nel Regno Unito, arrivano su un conto corrente privato a lui intestato e da lì poi finiscono nella disponibilità anche dei suoi due fratelli, Luca e Andrea. Tutto questo senza che vi fosse una idonea causale a giustificare l'operazione.

L'attività investigativa ha portato ad aprire un'inchiesta che, nelle ultime settimane ha segnato una svolta a seguito di due segnalazioni della Guardia di Finanza, una del 13 luglio 2015 e l’altra più recente del 7 giugno scorso, che avrebbero indotto i pm Luca Turco e Giuseppina Mione, titolari del fascicolo, a ritenere indispensabile una perquisizione di case, uffici e beni posseduti dai tre fratelli con annessa ipotesi di reato per appropriazione indebita a carico di Alessandro e Luca Conticini e per riciclaggio a carico di Andrea Conticini che con quel denaro, ritenuto dagli inquirenti provento di reato, avrebbe acquistato delle quote di una società.

Ma perché tanto interesse per una vicenda che, in fondo, dovrebbe riguardare a stento la cronaca? Perché Andrea Conticini, vive a Rignano sull'Arno e ha sposato Matilde Renzi, sorella di Matteo. Quindi, è il cognato dell'attuale presidente del Consiglio. Per questo, la vicenda ha destato l'interesse dei media... e non poteva essere altrimenti.

Attualmente Andrea Conticini, formatosi alla Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna, è marketing manager di Eventi6 Srl, società nata dalla cessione di un ramo d'azienda di Chil Post, azienda di cui era proprietario il padre di Renzi sotto indagine a Genova a seguito del suo fallimento.

Tra i Renzi e i Conticini vi sono state relazioni di affari nel corso del tempo. Infatti, Andrea ha lavorato pure per DotMedia di cui è socio il fratello Alessandro che, fino al 2013 possedeva anche il 20% delle quote di Eventi6. Da ricordare che DotMedia, nel periodo in cui Matteo Renzi era sindaco di Firenze, ha ricevuto commesse dal Comune, da Firenze Parcheggi (partecipata dal Comune e guidata da Marco Carrai) e da PubliAcqua (partecipata dal Comune con Maria Elena Boschi nel CdA), fatturando intorno ai 200 mila euro.

Naturalmente, come è naturale che sia, negano ogni accusa gli avvocati Federico Bagattini e Chiara Zecchi che curano la difesa dei fratelli Conticini, assicurando la loro disponibilità a fornire tutti i chiarimenti possibili all’autorità giudiziaria per una rapida risoluzione della vicenda.

Nel frattempo, i legali hanno fatto ricorso al tribunale del Riesame per rientrare in possesso del materiale sequestrato ai loro assititi. In relazione all'udienza i difensori dei Conticini saranno messi al corrente di tutte le attività d'indagine finora svolte e potranno così decidere la migliore strategia.

Infine, l’avvocato Bagattini ha tenuto a precisare che a carico degli indagati non si sono costituiti come parte offesa né UNICEF, né altre organizzazioni umanitarie, a sostegno della correttezza dell'operato dei Conticini.