L’evento mediatico che accoglie esclusivamente la scrittura che proviene dal mondo della musica – cantautori, musicisti, interpreti, cantanti, compositori e strumentisti – si è chiuso complimentandosi con i tre libri vincitori: “Scusate il disordine”, primo classificato; “Non odiare me”, secondo classificato ex aequo con “Racconti di periferia”“La versione di C.”, terzo classificato.

Dal mese di novembre 2015 al 24 novembre 2016, data conclusiva del concorso on line, la giuria di base costituita da critici, giornalisti ed esperti, ha letto con particolare attenzione tutto il materiale che gli artisti, prendendosi una pausa dalla loro attività legata alla musica, hanno riversato sulle pagine dei loro romanzi. Ma, ancora più importanza, visto l’importante numero che ha partecipato alla critica letteraria delle opere prese in considerazione, ha avuto il giudizio dei lettori on line.

Si vuole in questa sede ringraziare la collaborazione delle testate che hanno aderito al premio “NotaD’Autore 2016”. Fra le diverse si ricordano ‘Cinepoprock’, ‘Chitarre20’, ‘PoliticaPress’, ‘Tuttorocksound’, ‘Band’. L’evento “NotaD’Autore 2016” – che proprio con quel ‘Nota’ e ‘D’Autore’ indica con chiarezza il bacino partecipativo – ha, nel materiale esaminato, captato un fil rouge comune. Infatti, in tutti i lavori, è stato possibile rilevare un’importante voglia di comunicare. Anche con le sole parole. La performance delle narrazioni è stata notevole e ha prodotto alcuni preziosi acquarelli dedicati alla parola scritta.

Ed ora, visto che nell’ottica del Premio “NotaD’Autore 2016” le canzoni sono bellissime storie brevi, si passa ad esaminare brevemente i testi vincitori che, per analogia è possibile definire ‘canzoni lunghe’. Lunghe un romanzo. Si inizia col segnalare la prima delle pubblicazioni cantautorali associate alla pagina scritta. L’autore è il popolarissimo, Luciano Ligabue. Del cantautore emiliano si cita il suo “Scusate il disordine”.  In questo testo, amore, sesso e musica sono le tre emozioni che saldano la partitura immaginifica di questi racconti folgoranti e misteriosi. Ogni storia è una scoperta, uno specchio allegro, dolente o imprevedibile che illumina la magia del quotidiano. La voce inconfondibile e originale di uno scrittore che sa raccontare l’inafferrabilità delle nostre vite.

“Non odiare me” di Mattia Briga.  Dal Lungotevere romano ai canali di Amsterdam, dal primo cd venduto dietro il bancone di un bar alla "notte prima del contratto" con la major, e dagli ingaggi di provincia al set di "Amici",  un romanzo di pagina in pagina dissacrante, malinconico, avventuroso che racconta Briga prima di Briga, e oltre Briga, con un tratto narrativo e poetico, intinto nell’inchiostro. 

Il cantautore bolognese Mimmo Parisi, nel 2016 ha esordito con una raccolta di storie. Il libro è stato pubblicato con il titolo di “Racconti di periferia”. La ‘periferia’ presente nel titolo, più che un luogo urbano, vuole essere un rimando al mondo ordinario, che gravita e si realizza a fianco dell’universo ‘centrale’ e ideale. È un posto, questo, dove i personaggi non sono né eroi, né tantomeno illuminati dalle luci della ribalta. Quindi, una ‘periferia’ sentita come rappresentativa del mondo vero. O, comunque, di quello che si pensa sia, il mondo vero.

E, per concludere, si segnala “La versione di C.”. Il libro è legato alla penna di Cristiano De André. Nelle pagine del figlio di Fabrizio ‘Faber’ c’è vera poesia.  Dalle tournée negli anni di piombo, all'emozione della propria voce che fa l'eco in uno stadio. Dal perdonare al perdonarsi come atto estremo di sopravvivenza da confidare a un figlio. Cristiano De André si racconta in un'autobiografia sofferta e tormentata che ruota attorno al suo rapporto con il padre Fabrizio, gigante della musica italiana.