Facebook fa ricorso all'intelligenza artificiale per meglio comprendere il contenuto dei post e quello che i suoi utenti intendono dire.

Si chiama DeepText, il motore in grado di comprendere il testo, che, sempre secondo Facebook, riesce a leggere diverse migliaia di post al secondo, quasi con la stessa precisone e accuratezza di un essere umano.

Ogni minuto su Facebook vengono inseriti 400 mila nuovi messaggi e 125 mila nuovi commenti. Analizzarli tutti è un'impresa umanamente impossibile. Era inevitabile, quindi, affidarsi ad un sistema automatico come DeepText, che riesce ad essere veloce e preciso in ben 20 lingue diverse.

Lo scopo, naturalmente, è quello di offrire agli utenti un servizio migliore, cercando di capire esattamente quello che intendono dire attraverso una corretta interpretazione del testo.

Ad esempio se DeepText trova una frase che lasci intendere che si sta cercando un passaggio, immediatamente suggerirà di utilizzare un servizio come Uber. Il compito è facile se nel testo c'è una frase del tipo "Ho bisogno di un passaggio". Più difficile, invece, interpretare in modo corretto frasi come "Devo chiamare una macchina?" oppure "Ti passo a prendere fra 20 minuti".

Un altro esempio, che è stato fatto durante la presentazione, è stato quello di un utente che in messaggio dice di voler vendere la sua vecchia bici per 200 euro. In questo caso DeepText sarà in grado di estrarre dal testo le informazioni relative all'oggetto in vendita, il suo prezzo ed automaticamente proporre il servizio di Facebook più adatto per questo tipo di transazioni.

Per arrivare ad interpretare del testo alla stregua di un essere umano, è stato necessario far sì che DeepText comprendesse espressioni non sempre corrette sintatticamente, ma entrate ormai nell'uso quotidiano, e che, nel caso di parole uguali con significati diversi, fosse in grado di scegliere quello che era nelle intenzioni di chi ha scritto il post, in base al contesto.

Naturalmente, maggiore precisione e maggior numero di messaggi analizzati significa da un lato minore privacy, da un altro lato la possibilità di intercettare più facilmente messaggi offensivi ed evitare che gli utenti siano costretti a farlo manualmente.

Già ora, come riferisce sempre Facebook, i loro sistemi di intelligenza artificiale riescono ad individuare un numero di immagini offensive superiore rispetto a quelle segnalate dagli utenti. Prendendo anche delle cantonate, come nel caso del capolavoro di Gustave Courbet, "L'Origine del Mondo", aggiungiamo noi.