Il compartimento dell'ATS Val Padana di medicina veterinaria non ha eguali in Italia, per entità delle industrie agroalimentari, produzione di latte e numero di capi e di allevamenti sul territorio: bovini 3.748, suini 1.246, avicoli 700.

La sanità pubblica veterinaria, tra l'altro, è l'unica realtà delle ex ASL che non ha subito alcuno spacchettamento di funzioni, transitando in toto nelle ATS e conservando sia le funzioni di programmazione/governo sia quelle di erogazione.

I fondi delle ex Asl confluite nella suddetta ATS però, sono stati decurtati, nonostante l'aumento del volume delle prestazioni. In particolare, i fondi di risultato, di posizione e di disagio saranno unificati e andranno divisi omogeneamente ed equamente tra tutti i dirigenti veterinari all'interno dell'ATS, il che determinerà la penalizzazione di una quota di professionisti ai quali, negli anni passati, è stato riconosciuto il raggiungimento di importanti obiettivi aziendali e regionali.

Per questo Marco Carra ha presentato un'interrogazione all'assessore Gallera per sapere quali atti intenda intraprendere per provvedere all'aumento dei fondi destinati ai servizi veterinari dell'ATS Val Padana al fine di garantire una corretta e uniforme perequazione dei livelli retributivi senza danneggiare parte degli operatori in causa: "Il punto è quello di continuare a contribuire al percorso di crescita dell'intero sistema che, non sfugge, non può prescindere dalla valorizzazione del personale e dei dirigenti veterinari. Sinora la richiesta non è ancora stata, inspiegabilmente, presa in considerazione dalla Regione" ha detto Carra.