Di Maio, Grillo, Cassimatis e Raggi riempiono le cronache dei media. Sempre e comunque il Movimento 5 Stelle finisce per far parlare di sé... ed ovviamente in termini negativi.

Il Partito Democratico sconfessa se stesso votando contro la Severino per la permanenza al Senato di Minzolini e la notizia è una frase di Luigi Di Maio che, secondo i dirigenti del PD, sarebbe un invito alla violenza contro i parlamentari. Interpretazione del tutto inventata, ma ugualmente ripresa da stampa e tv.

Grillo, come suo solito, si comporta da Grillo e caccia dal Movimento la candidata per le elezioni a sindaco di Genova Marika Cassimatis scelta dagli elettori tramite primarie o comunarie che dir si voglia. Una mossa assurda spiegata dal comico genovese con un "fidatevi di me". Importante sottolinearne la gravità, certo, ma niente di paragonabile a quanto accaduto in Parlamento con i senatori PD che sulla legalità sconfessano se stessi e il partito votando contro la legge Severino. E senza fornire spiegazioni minimamente credibili.

E che dire della campagna sulla solita Raggi. Non avendo nulla da dire, i media si sono inventati che non avrebbe pagato una cena al ristorante e, addirittura sull'ANSA, il 21 marzo viene pubblicato un servizio video sulle buche di Roma, dopo che la sindaca ha spiegato urbi et orbi che il piano di sistemazione è partito solo da poche settimane, dopo averne prima organizzato la parte burocratica. Ma tant'è...

Come spiegarsi tanto attivismo da parte dei media contro i 5 Stelle? È molto semplice, basta consultare gli ultimi sondaggi per capirlo. Il Movimento 5 Stelle, nonostante se ne continui a parlar male cresce stabilmente nei consensi, mentre il PD - causa anche della scissione - arretra visibilmente.

Il sondaggio di Index Research realizzato il 15 marzo per la trasmissione Piazza Pulita vedeva il Partito Democratico al 25,4% con i Democratici e Progressisti al 4,2%, mentre al Movimento 5 Stelle era stata assegnata una quota di elettorato pari al 30,2%.

Il sondaggio del 21 marzo commissionato dal Corriere all'istituto IPSOS di Pagnoncelli vede i 5 Stelle toccare il 32,3% in aumento di 1,4% rispetto al mese precedente – sempre iun relazione alle rilevazioni dello stesso Pagnoncelli – mentre il PD cala al 26,8%, in flessione di oltre 3 punti. Appaiati risultano Lega (12,8%) e Forza Italia (12,7%); più distanziati Fratelli d’Italia (4,6%), Mdp (3,3%), Ncd (2,8%) e Sinistra italiana (2,7%). Comunque, si mantiene elevata l’area dell’astensionismo con il 33,6%.

Considerando la campagna mediatica costante contro i 5 Stelle - cui si aggiungono anche gli "infortuni" reali di Beppe Grillo - che nonostante tutto non incide negativamente sul giudizio degli italiani, non appare poi così irreale che il Movimento possa avvicinarsi alla soglia del 40% dei consensi, traguardo che gli garantirebbe la maggioranza alla Camera, rimanendo in vigore l'attuale legge elettorale.