Nel pomeriggio, al Senato, sarà discussa la mozione di sfiducia nei confronti del ministro dello Sport Luca Lotti. Mozione di sfiducia (1-00737) presentata il 7 marzo 2017 a firma del presidente Michela Montevecchi e degli altri membri del gruppo 5 Stelle.

La mozione è motivata dal coinvolgimento del ministro Lotti nella vicenda Consip dove risulta indagato, dal dicembre 2016, per rivelazione di segreto d'ufficio in seguito alle dichiarazioni rese alla magistratura da Luigi Marroni, ex assessore per la sanità della Regione Toscana, nominato dal Governo Renzi amministratore delegato di Consip.

Il ministro risulta indagato per aver avvertito i vertici Consip dell'esistenza dell'inchiesta, rivelazione che avrebbe portato alla decisione da parte dei medesimi vertici di far "bonificare" gli uffici, al fine di verificare l'esistenza di microspie, poi effettivamente rinvenute.

La vicenda ha oggettivamente degli aspetti paradossali. Lotti, alla vigilia di Natale disse di non sapere nulla di Consip, negando qualsiasi coinvolgimento. Successivamente, interrogato dai magistrati, Lotti affermò però di esserne già stato informato da Vannoni - altro politico di area renziana - che lo stesso giorno in cui venne interrogato dai magistrati confessò a Lotti di averlo tirato in ballo come responsabile della fuga di notizie.

La vicenda Consip ha poi avuto ulteriori sviluppi con il coinvolgimento di Tiziano Renzi, Carlo Russo, Alfredo Romeo ed altri. Rimanendo però al filone della fuga di notizie che riguarda il voto del Senato, va sottolineato che ci sono due politici vicini a Renzi - uno ministro, l'altro amministratore di una società pubblica che getisce appalti per miliardi di euro - che si smentiscono l'un l'altro.

In questa vicenda, la magistratura ha solo preso atto dell'evidenza di opposte dichiarazioni. Da una parte Luigi Marroni, amministratore di Consip, indica Luca Lotti come il responsabile della rivelazione di un segreto d'ufficio. Dall'altra Lotti nega qualsiasi coinvolgimento, senza però aver avviato alcuna azione giudiziaria a tutela della propria immagine nei confronti di Marroni!

Quindi, nonostante il Partito Democratico cerchi di dare scarso rilievo al voto odierno, dal punto di vista dell'evidenza dei fatti, uno dei due, tra Lotti e Marroni è un bugiardo. Poiché entrambi ricoprono due ruoli importanti, come è possibile che Governo e maggioranza non intervengano a tutela delle istituzioni? Come è possibile che si possa consentire che una carica - o quella di ministro o quella di amministratore di una società dello Stato - sia affidata ad una persona che, in base a quanto indica la Costituzione, non ha le qualità morali per farlo?

Sulla base delle dichiarazioni fatte dai vari gruppi, a meno di sorprese dell'ultimo momento, Luca Lotti otterrà la fiducia. Però, nonostante questo, il problema nei termini sopra indicati resta intatto... in tutta la sua gravità. Ed è un problema che riguarda il Partito Democratico ed il concetto di legalità, citato dallo stesso Renzi nel suo discorso di chiusura al Lingotto.

In altre occasioni, meno gravi di questa, Matteo Renzi aveva chiesto un passo indietro a chi era stato coinvolto in alcune inchieste. In questo caso, dove sicuramente un colpevole esiste, Renzi ha detto che bisogna attendere un eventuale processo ed il terzo grado di giudizio.

E sarebbero queste le dichiarazioni di un innovatore? Queste parole le abbiamo sentite da vent'anni a questa parte e ad inventarle per primo fu Silvio Berlusconi.