Una giornata particolare, quella di ieri a Washington, che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dedicato al presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi.

Alle 9 del mattino, Barack Obama e la First Lady hanno accolto il premier Matteo Renzi e la signora Agnese Landini alla Casa Bianca. Dopo i saluti di rito, tra i due presidenti c'è stato un incontro bilaterale nello Studio Ovale a cui ha partecipato anche il vicepresidente Biden.

All'incontro, nel pomeriggio, ha fatto seguito una conferenza stampa congiunta, con Obama e Renzi, nel Giardino delle Rose. In serata, aperitivo, foto di rito conalle spalle lo "scalone" e cena di Stato con la partecipazione di alcune centinaia di persone.

Un evento in pompa magna con cui Obama ha salutato il suo ultimo mandato presidenziale, almeno per quanto riguarda la politica estera. E per un evento che anche negli Usa ha avuto un certo seguito mediatico è stata scelta l'Italia ed il suo presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

Perché Obama, tra le opzioni che aveva a disposizione, per questa cerimonia ha scelto proprio l'Italia? È una domanda non tanto scontata, visto che pure la Casa Bianca ha sentito il bisogno di spiegarla, in via ufficiale, con questa dichiarazione: «Per il presidente Obama e la First Lady Michelle Obama, questa visita è l'occasione per riconoscere la profondità e l'ampiezza delle nostre relazioni con l'Italia e scambiare opinioni sul futuro dell'Europa. Come il presidente ha detto già in passato, l'Italia è uno dei nostri più stretti alleati, e noi cooperiamo in una serie di interessi comuni, dal cambiamento climatico al problema dei profughi per promuovere la sicurezza globale e la crescita economica.»

Quindi, l'interesse dell'attuale amministrazione Usa, e di quella che probabilmente la sostituirà, è di avere in Europa un punto di riferimento su cui contare per influenzare le politiche dell'UE in funzione degli interessi americani. La Gran Bretagna, che culturalmente e politicamente aveva svolto finora quel ruolo, non è più disponibile. L'Italia è il paese che può sostituirla nel miglior modo possibile. E soprattutto Matteo Renzi è il miglior candidato possibile a svolgere tale ruolo.

I rapporti di Renzi con gli Usa sono sempre stati "particolari" oltre che sorprendenti. Basti ricordare che solo dopo pochi giorni alla sua lezione a sindaco di Firenze, Renzi si guadagnò la copertina di Time, versione europea. Perché aveva iniziato a ripetere come un disco rotto la parola rottamazione? Perché era diventato sindaco di una città il cui comune non riesce neppure a raggiungere i 500 mila abitanti?

Difficile spiegarlo, almeno ufficialmente. Invece, facendo della dietrologia, si possono chiarire molte cose. Renzi dice di essere socialista e dice che il suo partito sia socialista, tanto che lo ha fatto iscrivere in Europa nel gruppo dei partiti che si identificano in quella ideologia. Però, al contrario, tutti i provvedimenti che il suo Governo ha varato, nei contenuti, sono quelli che un qualunque governo di ispirazione liberista avrebbe voluto fare. In pratica, Matteo Renzi fa quello che farebbe un qualsiasi americano che a Roma occupasse il ruolo di primo ministro.

Renzi, pochi mesi dopo esser diventato presidente del Consiglio, ha diffuso sui media una campagna a favore del Ttip per spiegare alla gente che cosa fosse e quanto fosse buono e utile. Il Ttip, è un dato di fatto, favorisce gli Usa, ma non l'Europa: lo dicono sia i tedeschi che i francesi. Le banche d'affari americane auspicano una revisione delle costituzioni troppo grantiste presenti in Europa? Ed ecco che Renzi, senza ascoltare i suggerimenti di costituzionalisti e Parlamento, vara a colpi di maggioranza una nuova Costituzione che definire pasticciata e illogica è il minimo e dove le garanzie democratiche, casualmente, diminuiscono, in special modo anche grazie alla nuova legge elettorale.

Quindi, che Renzi sia amico degli Usa è un fatto, che ne sia un servo sciocco è ipotizzabile, anche se non dimostrabile. Gli Usa rappresentano quello che l'impero romano rappresentava duemila anni fa. Le conquiste, al giorno d'oggi, fanno meno ricorso alle armi e più ricorso alla politica e alle relazioni tra persone. Pertanto, utilizzando queste premesse, della visita di Renzi negli Usa si riescono a capirne e a giustificarne tutti gli aspetti, da qualsiasi punto di vista la si osservi.

E l'appoggio di Obama al Sì per il referendum confermativo sulla nuova legge costituzionale ne è l'ulteriore riprova. Infatti, nessuno dotato di un minimo di logica e di buon senso potrebbe mai sponsorizzare un testo tanto ridicolo e raffazzonato, se lo avesse letto!