Fa il sorpreso, Marco Cappato che su facebook scrive così: «Pare io sia indagato. Son pronto a rispondere di ciò che ho fatto e continuerò a fare.»

Dopo aver accompagnato in Svizzera dj Fabo, cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale,  per soddisfare la sua richiesta di porre fine ad una vita che per lui era diventata solo pura e semplice tortura, Marco Cappato, esponente dell'Associazione Luca Coscioni, il 28 febbraio si era recato presso la caserma dei Carabinieri di Milano per auto denunciarsi per aver favorito il suicidio di una persona.

Sollevare un polverone giudiziario sulla vicenda era l'intenzione di Cappato. Così, la notizia che sia stato indagato per istigazione al suicidio dal pm di Milano Tiziana Siciliano, non potrà che fargli piacere.

Arrivare addirittura ad un processo, per Cappato e l'Associazione Coscioni sarebbe un grande risultato perché solleverebbe nel paese un dibattito sul problema del fine vita e sull'inerzia della politica nel legiferare su temi legati a diritti e libertà di scelta dei cittadini.

Il reato di istigazione o aiuto al suicidio, articolo 580 del codice penale, prevede l'applicazione di una pena che può variare dai 5 ai 12 anni di carcere.