Non so se avete avuto mai modo di far visita ai paesi - quei paesi che ora non esistono più o quasi - dove la furia della natura si è scatenata.

Sono posti piccoli, tranquilli, dove ancora tocchi con mano le tradizioni antiche, quella dimensione a misura d'uomo che ti rigenera.

Sono posti che d'inverno non contano molti abitanti, e chi ci vive per lo più sono anziani, da sempre residenti o tornati dopo la pensione: e d'estate invece si ravvivano, si popolano, con chi torna per stare con i propri familiari o semplicemente cerca un'oasi di pace e di tranquillità.

Nel terremoto che ha sconvolto queste zone, sono tanti i bambini rimasti vittime dei crolli: fino ad un secondo prima, figli e nipoti felici, molti in vacanza dai nonni, ed un secondo dopo, urlanti e disperati, chiedendo aiuto da sotto le macerie.

Un bollettino che ti strappa il cuore, con la vittima più giovane di soli 8 mesi, un bambino che è morto insieme al fratello di 8 anni ad Accumoli.

E poi, Marisol, 18 mesi: sua madre, sopravvissuta al terremoto del 2009 all'Aquila, aveva deciso di trasferirsi ad Ascoli; e si è trovata nuovamente immersa in questa tragedia che le ha strappato la figlia.

UN ELENCO INFINITO - LACRIME E DOLORE

Sulla lapide del dolore, sono tanti i nomi dei piccoli da iscrivere; e in tutto questo strazio, unica luce sono i piccoli sopravvissuti, chi per casualità, chi perché protetto dai corpi dei nonni, veri e propri scudi umani, fino alla fine.

Le vittime totali del sisma fino a questo momento sono 247, un bilancio che sarà sicuramente destinato a salire.

E tra le macerie, spuntano i giochi, il ricordo di una vita serena. Che non c'è più.