Fondazione Di Vittorio e Tecnè hanno pubblicato i dati di una ricerca sulla percezione economica delle famiglie e delle imprese. Questi i risultati.

Come viene percepita la situazione economica in Italia.

Questo è quello che emerso in relazione alle previsioni delle famiglie.

Le famiglie che prevedono un miglioramento della situazione economica dell’Italia nei prossimi 12 mesi scendono di 20 punti percentuali rispetto a gennaio e passano dal 46% al 26%. Salgono, invece, quanti temono un peggioramento: ad agosto toccano quota 33% rispetto al 21% di gennaio e al 26% diagosto 2015.
Per la prima volta, negli ultimi 12 mesi, i pessimisti superano gli ottimisti.

Anche per le imprese le prospettive non sono buone.

A novembre 2015 il 31% delle aziende prevedeva un miglioramento della situazione economica generale mentre ad agosto 2016 la quota scende al 14%. Tra quest’ultime il deterioramento della fiducia inizia in modo evidente a gennaio.
Il calo delle attese positive si trasforma solo in parte in pessimismo (comunque in crescita rispetto al mese precedente), ma soprattutto in una crescente percezione di stagnazione.


Come viene percepita singolarmente la situazione economica di famiglie e imprese.


Tra le famiglie le attese positive passano dal 14% di gennaio al 10% di agosto, mentre erano al 12% un anno fa). Tra i lavoratori dipendenti, pensionati e disoccupati, gli ottimisti scendono al 7% rispetto al più recente picco di aprile (11%) e al 10% di un anno fa.

Per quanto riguarda le imprese le attese positive hanno avuto il massimo a marzo di quest’anno (25%) per toccare il minimo ad agosto (16%).


Come viene ricordato dai redattori della ricerca, la fiducia economica è un indicatore che misura le aspettative delle persone rispetto alla situazione generale del Paese e a quella personale ed è uno dei dati più importanti per valutare gli andamenti economici. Questo perché la fiducia stimola i consumi che, a loro volta, stimolano gli investimenti, la produzione e, infine, la crescita.

Se le famiglie hanno fiducia nel futuro e si aspettano un miglioramento delle proprie condizioni economiche sono portate a convertire in consumi quote maggiori del proprio reddito. In caso contrario, ciò non accadrà e, come conseguenza, anche le imprese tenderanno a ridurre produzione e prezzi innescando una spirale deflattiva.

La ricerca, nella sostanza, certifica, semmai ce ne fosse stato bisogno, una situazione economica che ormai solo Renzi e Padoan fanno finta di non vedere.