Il 21 marzo 2017 uscirà per l'etichetta discografica RC Record Label un nuovo cd dedicato alle sinfonie operistiche di Domenico Cimarosa. Nel cd saranno contenute ouvertures tratte dalle opere più celebri del compositore aversano (quali, ad esempio, quelle tratte dalle opere Il matrimonio segreto e Gli Orazi e i Curiazi), ma anche tratte da opere inedite (quali quelle tratte dalle opere Penelope, I Traci amanti, L'impegno superato. Un avvenimento di rilevanza culturale assai alta che rivelerà, a chi ancora non ne ha frequentazione, il grande talento del compositore italiano.

Maestro Perugini, come mai per il suo primo cd, ha scelto di registrare musiche di Cimarosa?

Per diversi motivi, primo fra tutti la mia tenace – e quasi patologica – convinzione dell'importanza della produzione cimarosiana all'interno della storia del melodramma italiano. Cimarosa, al proprio tempo, fu, assieme a Paisiello e a pochissimi altri, il compositore più ricercato, rappresentato, celebrato e imitato dal pubblico italiano ed europeo. Mi sono sempre chiesto: «Ma se il pubblico di allora coltivava una vera e propria venerazione per lui, deve esserci un motivo». Questo motivo va scoperto, rivalutato attentamente e preso in seria considerazione, dato che gli uomini del Settecento non erano né più stupidi, né meno sensibili di noi.

Ed è riuscito a trovare il motivo?

Dopo tanti anni di ricerche (mi occupo di Cimarosa dal 1993, principalmente come musicologo e ricercatore, ma anche come interprete), mi sono reso conto che la genuinità del suo pensiero musicale, la perfezione formale del suo stile – approfondita da molti anni passati presso il Conservatorio di Santa Maria di Loreto sotto l'attenta guida dei maggiori insegnanti dell'epoca – e l'attualità dovuta all'eterno ripetersi dei meccanismi comici contenuti nelle sue opere, furono e sono gli elementi caratterizzanti della sua facile e immediata fruizione adatta anche al pubblico di oggi.

Ci vuole parlare delle caratteristiche delle Sinfonie contenute nel CD?

Cimarosa, come tutti i suoi contemporanei vissuti nella seconda metà del Settecento, componeva opere in tempi assai brevi. Questo non tanto per la sua genialità (tutti gli altri compositori tecnicamente preparati erano capaci di comporre in breve tempo e senza troppi ripensamenti), ma proprio perchè la prassi produttiva del tempo e le strutture canoniche sulle quali venivano composti libretti e musiche, ne acceleravano il processo creativo. Il maestro compose 65 opere (di cui si conservano gli autografi) e le Ouvertures adottate per esse sono caratterizzate da tre maxi-strutture, per così dire: fino alla prima metà degli Anni '80, Cimarosa preferisce la struttura tripartita (allegro-andante-allegro in tempo ternario), dalla metà di quello stesso decennio in avanti, abbandonata del tutto la forma tripartita, adotta forme più stringate e caratterizzate da un unico tempo veloce, a volte anticipato da una breve introduzione lenta di stile rapsodico.

Come ha incontrato Cimarosa nel corso della sua carriera?

Cimarosa fu un casto amore adolescenziale, diventato presto una specie di matrimonio: io e lui siamo ormai quasi una coppia di fatto. Avevo tra i 17 e i 18 anni quando ho incontrato per la prima volta la sua musica. Nel paese in cui vivevo, Cortona, in provincia di Arezzo, ogni estate avevo la fortuna di poter collaborare con “Studio Lirico”, una sorta di Summer Program estivo per cantanti provenienti dagli Stati Uniti, dalla Svezia e da altri paesi. “Studio Lirico” era guidato da due pionieri della riscoperta cimarosiana, oggi purtroppo deceduti: Nick Rossi (musicologo) e Talmage Fauntleroy (regista). Ogni anno gli allievi del corso, guidati dai propri insegnanti, mettevano in scena un'opera inedita del repertorio comico italiano e la scelta, quasi tutti gli anni, cadeva su un lavoro di Cimarosa. E fu amore a prima vista...

Poi, nel corso degli anni, lei è diventato una figura di riferimento per tutti coloro che intendono studiare e approfondire l'opera di Cimarosa. Com'è avvenuta la trasformazione da “innamoramento adolescenziale” a “figura di riferimento”?

Tramite lenti passi progressivi che riassumo brevemente: ho fondato un'Accademia musicale (L'Accademia Lirica Toscana “Domenico Cimarosa”), sono stato contattato dall'editore musicale Artaria Editions Limited, per cui curo tutt'oggi le edizioni critiche delle opere cimarosiane da loro pubblicate, successivamente dall'etichetta discografica Naxos e dalla nuova etichetta Rc Record Label. Ho scritto e pubblicato tre saggi su Cimarosa...e così, piano piano, mi sono accorto che venivo sempre più frequentemente contattato da editori, musicisti e musicologi che, per conto loro, volevano approfondire i propri studi sul compositore.

Per concludere, altri progetti discografici in futuro?

Sì, per adesso due. Ma solo di uno posso parlare, l'altro è ancora in fase di definizione, quindi, per scaramanzia, su quello taccio. Intanto, dopo il cd con le “Sinfonie”, uscirà a metà giugno, sempre per Rc Record Classic, una nuova registrazione della “Missa pro defunctis”, composta da Cimarosa ne 1787. Anche in questo caso, come in quello delle “Sinfonie”, l'esecuzione si avvarrà dell'edizione critica della partitura da me curata.

Com'è stato il suo rapporto con l'Harmoniae Templum Chamber Orchestra?

A dir poco splendido. Giovani musicisti preparatissimi, altamente specializzati nella prassi esecutiva del Settecento, con cui collaborerò anche in seguito. Dopo i primi momenti di imbarazzo reciproco, tutto è andato a gonfie vele e il risultato finale, come si potrà ascoltare dal cd, è stato, almeno a mio giudizio, sorprendente.

Letture preferite?

Non so bene cosa c'entri col resto dell'intervista, comunque rispondo: romanzi classici e giallistica. Se l'argomento poi mi interessa, aggiunga saggistica.

Per lei la musica è diventato un lavoro. Quali hobby ha?

Anche qui vedo a malapena il collegamento con Cimarosa, ma tant'è... Non ho molti hobby (che poi preferisco, per autentico snobismo, chiamare divertimenti) al di fuori della musica: il cinema, la lettura come già detto, e soprattutto avere tanti amici che con il mio lavoro non c'entrino assolutamente nulla. Viaggiando spessissimo in treno, detesto parlare con gli amici di settime di dominanti o di contrappunti fioriti. Essendo poi ormai avvezzo ai meccanismi comici delle opere buffe del Settecento, amo ridere e far ridere gli altri, con tutti i mezzi leciti, s'intende.

 

 

                                                                                              Laurie Farrel Smith

                                                              PR Harmoniae Templum Chamber Orchestra