L'Economic Sentiment Indicator (si chiama così) dei paesi dell'area euro è impostato verso l'alto, quello dell'Italia è stabile al di sotto degli altri.

Pure l'indicatore anticipatore dell'economia è visto positivo, ma in rallentamento e, oltretutto, al di sotto dei valori tra fine 2015 ed inizio 2016.

Nell’area euro la crescita si consolida, ma in Italia gli indicatori - seppur manifestando una tendenza di fondo positiva - indicano "una pausa nella crescita nel settore manifatturiero, negli investimenti e nell’occupazione". Come dire... bazzecole!

In compenso, però, prosegue sia la crescita dei consumi sia quella della propensione al risparmio.

La domanda del mercato interno è definita però "poco robusta" e gli operatori indicano che fino all’inizio dell’autunno le spinte rimarranno contenute.

"In base ai dati di contabilità nazionale, nel primo trimestre dell’anno la crescita tendenziale dei prezzi dell’output nel settore manifatturiero è risultata più contenuta rispetto a quella dei costi unitari variabili.

In particolare, all’aumento del deflatore dell’input si è associata una dinamica positiva del costo del lavoro per unità di prodotto. Tali costi non sono però stati integralmente trasferiti sui prezzi dell’output e le imprese hanno preferito sostenere una compressione dei margini di profitto unitari." Quindi, pur di vendere, si è deciso di restringere i margini.

Ci sarebbe da aggiungere che certi "risultati" sono ottenuti all'interno di un clima favorevole garantito dal QE della BCE e dai prezzi del petrolio che, nonostante gli accordi tra i paesi OPEC, continuano ad oscillare al di sotto dei 50 USD al barile.

Questo è il riassunto della nota mensile sull'andamento dell'economia italiana per giugno 2017, pubblicato dall'Istat. Come questi dati si possano riassumere è presto detto. Non va male, poteva andare sicuramente meglio e, per il futuro rimangono molte incertezze, specialmente legate al fatto che il commercio estero continua a far da traino, ma le tensioni internazionali ed un rallenatmento dell'economia statunitense potrebbero peggiorare i fattori positivi derivanti da questa voce.

Ma nonostante questa realtà, ci sono i dati di Confindustria che ci hanno fatto sapere che il PIL per il 2017 crescerà addirittura di circa mezzo punto rispetto alle previsioni.

Evidentemente, i numeri possono essere letti in molte maniere e possono essere adattati in base alle necessità. Almeno in Italia.