Nel comunicato diramato sabato dalla Protezione Civile venivano allertate le regioni italiane per possibili rischi dovute alle piogge intense che sarebbero cadute nelle ore successive, fino a domenica. Su Valle d'Aosta, Umbria, Marche e Calabria il maltempo è previsto moderato, forte invece sulle altre regioni escluso il Lazio dove le previsioni indicano una perturbazione ancora molto più forte.

A Livorno e dintorni, pertanto, nessuno si attendeva il disastro che nella notte tra sabato e domenica ha colpito duramente la città. Frane, crolli, allagamenti, auto accatastate una sopra le altre... uno scenario incredibile.
 


«Siamo in piena emergenza. Una situazione del genere non era prevedibile in alcun modo. Il livello di allerta diramato dalla Protezione Civile Regionale nella giornata di ieri non era sicuramente quello massimo attestandosi su un livello arancione (rosso solo per la Liguria) – dice il sindaco Nogarin . – Non era in nessun modo immaginabile pertanto che potesse verificarsi una catastrofe simile. Gli ultimi rilievi attestano che in sei ore sono caduti 200 millimetri di pioggia che hanno comportato l’esondazione di molti rii con un’ondata di acqua che ha letteralmente travolto la città, fatto crollare infrastrutture provocando smottamenti.»

Le vittime finora accertate, sempre secondo il Comune, sono cinque e sono stati rinvenute nell'area alle pendici di Montenero in via Nazario Sauro e in via della Fontanella. Le persone decedute abitavano al piano terra e non sono riuscite a mettersi in salvo dall'inondazione improvvisa. 


A Porta a Terra (dove sono invitati a converegere tutti i volontari che facciano parte di associazioni), nell’area del Pala Modigliani è in arrivo una colonna della Protezione Civile nazionale. Per le richieste di aiuto, questo il numero di emergenza coordinato: 824 000.

Le operazioni di soccorso interessano tutta Livorno, ma si concentrano dove sono stati riscontrati i danni maggiori e la situazione è più critica, in particolare nelle zone di Montenero e Quercianella, mentre a nord, l'area di Stagno è tenuta sotto osservazione per timore dell'esondazione del Rio Ardenza.