di Chiara Saraceno

I nemici del matrimonio non sono la povertà e più in generale le ristrettezze economiche che non consentono di fare progetti per il futuro, la disuguaglianza tra uomo e donna dentro e fuori la famiglia, un’organizzazione del lavoro che lascia poco spazio alla vita privata. Non lo sono neppure i matrimoni forzati e precoci, con il loro seguito di sesso imposto a quasi-bambine e gravidanze precoci.

Il nemico vero, che avrebbe addirittura scatenato una guerra mondiale contro il matrimonio, ha detto il pontefice ai fedeli georgiani probabilmente sbigottiti, è la "teoria del gender". La tesi, per altro, non è nuova, anche se questa volta espressa con una violenza che di solito il papa riserva ai conflitti che affamano e uccidono popolazioni in diverse parti del mondo, e all’indifferenza che abbandona i migranti al loro destino.

Già nel documento Amoris Laetitia, infatti, il pontefice, riprendendo letteralmente quanto scritto nel documento finale del Sinodo sulla famiglia, denuncia la "teoria del gender" come perniciosa e afferma che "differenza e reciprocità naturale di uomo e donna" sono inseparabili, ancorché distinguibili, dai ruoli sociali e culturali maschili e femminili. In questa prospettiva, chi pretendesse separarli, "svuoterebbe la base antropologica della famiglia". Lasciamo stare che non esiste una e una sola "teoria del gender", ma diversi approcci analitici, inclusi quelli di alcune teologhe e teologi, che utilizzano il concetto di genere per distinguere l’appartenenza di sesso non solo dall’orientamento sessuale, ma dai ruoli sociali e dalle capacità attribuite agli uomini e alle donne.

Approcci e studi che mostrano come ciò che è definito maschile e femminile, ciò che ci si aspetta dagli uomini e dalle donne, lungi dallo stare in natura, cambia nel tempo, tra società e gruppi sociali e come queste definizioni siano spesso connotate da rapporti di potere asimmetrici tra i sessi ed anche entro uno stesso sesso. Esistono gerarchie del maschile come del femminile.



Se dobbiamo accettare la tesi del pontefice che non si possano separare appartenenza di sesso e capacità e ruoli sociali, tra appartenenza di sesso e destino sociale, allora dobbiamo smentire non solo intere biblioteche di studi antropologici e storici, ma anche vedere nelle battaglie delle donne per uscire da ruoli prescritti come destino "naturale" la vera minaccia al matrimonio, nella misura in cui si ritiene che questo possa esistere solo nella distinzione dei ruoli di genere. Una minaccia altrettanto, se non più grande, di quella che verrebbe dalla richiesta di matrimonio da parte di coppie dello stesso sesso.