La guerra in Siria, o le guerre in Siria considerando la confusione tra alleati di opposte fazioni che si combattono tra loro, continua nonostante le sconfitte dell'Isis.

Questo è quanto ci ricorda l'Unicef in un suo comunicato del 31 luglio per denunciare la situazione dei civili a Raqqa e, in particolare, quella dei bambini, intrappolati nei combattimenti.

"Dopo Mosul, l’attenzione di questi giorni deve necessariamente essere rivolta alla città di Raqqa dove tra 30.000 a 50.000 civili ci risultano intrappolati e vittime di sanguinosi combattimenti.

Il dato preoccupante è che la metà di queste persone sono bambini che vivono in condizioni umanitarie proibitive, continuamente sotto attacco e bombardati. Un vero inferno. I bambini e le famiglie che sono riuscite a fuggire nei campi di accoglienza limitrofi senza aver bevuto e mangiato per giorni, esausti, sconvolti e disidratati a causa delle alte temperature raccontano di strade piene di mine e di cecchini, di aver assistito all’uccisione dei loro parenti e a scene di rara crudeltà e violenza.

Sono inoltre saltati i servizi sanitari di base, l’ospedale pubblico non è agibile, restano solo alcune strutture private che funzionano solo parzialmente, un quadro davvero devastante e in via di peggioramento."

Questo è quanto ha dichiarato Andrea Iacomini Portavoce UNICEF Italia, che ha aggiunto: "Da un mese mancano acqua ed elettricità, la popolazione raccoglie acqua non pulita dall’Eufrate, sottoponendosi al rischio di malattie ed esponendosi ad attacchi e fuochi incrociati continui. Scarseggiano le forniture alimentari.

Anche prima dell'escalation dei combattimenti, le Nazioni Unite dal 2015 non sono riuscite a raggiungere i civili nella città di Raqqa in maniera regolare. I bambini non ricevono vaccini salvavita da due anni, si rischia l’esplosione di una grave epidemia di polio che ad oggi ha colpito 1 bambino su 5 nella stessa città di Raqqa. Dal 1 ° aprile 2017, i combattimenti hanno sradicato più di 200.000 persone in tutto il Governatorato di Raqqa, anche in questo caso la metà sono bambini."