Quando accadono tragedie così immani, come quella che ha devastato recentemente il centro Italia, radendo al suolo interi borghi e paesi, la solidarietà degli italiani non tarda a farsi strada. Fin dalle prime ore, si materializza nei soccorsi, nella infaticabile energia di chi scava tra le macerie, nei numerosissimi volontari che partono alla spicciolata e si recano sui posti del disastro, pronti a dare una mano senza pensarci su troppo.

Oppure, nelle coperte e nei generi di prima necessità, racimolati in qua e in là, per offrire un primo conforto a chi ha perduto tutto, per arrivare ai container messi a disposizione addirittura dalla Sicilia: un tetto che tetto non è, ma che almeno ripara e - se possibile - disegna una parvenza di futuro e di nuovo inizio. E, come sempre accade, parte la gara di generosità: iniziano le raccolte fondi, quelle ufficiali con numeri di telefono dedicati, sms che si trasformano in donazioni, sotto l'egida di enti riconosciuti che in un certo qual modo ne garantiscono fondatezza ed autenticità.

I furbetti del quartierino

Ma, accanto a chi opera nella trasparenza per portare un supporto concreto, appaiono magicamente come funghi anche coloro che hanno uno scopo tutt'altro che nobile: trarre profitto (ovviamente pro domo loro) dalla tragedia, cavalcando i sentimenti di solidarietà e di dolore condiviso che in simili frangenti uniscono tutti. E dopo i beceri tentantivi di sciacallaggio,  immediatamente successivi alla tragedia, le azioni si fanno più "intelligenti": nella marea di richieste di fondi e sovvenzioni, basta un po' di fantasia per ritagliarsi uno spazio e lucrare.

Sono state appena smascherate dalla Guardia di Finanza due truffe - ultime in ordine di tempo - messe su ad arte e che, di certo, sarebbero andate a buon fine, vista l'esiguità delle somme richieste e i finti documenti prodotti in avvallo. Braccialetti venduti on line: una campagna che prometteva di devolvere l'intero ricavato delle vendite di settembre al comune di Amatrice. Solo 29 euro + 6 per la spedizione, e i loghi del comune di Amatrice posti in bella vista, per rendere credibile il tutto. Peccato che il comune di Amatrice, diretto interessato e beneficiario designato, fosse completamente all'oscuro di tutto, né mai avesse concesso l'uso del proprio logo alla società venditrice.

Ancora più sottile l'altra truffa smascherata: gli "artisti" del crimine hanno recapito a casa di ignari cittadini un bollettino di conto corrente in bianco: offerta libera e non vincolante -  il che facilita l'adesione  -, obiettivo, ricostruzione di un asilo ad Amatrice. Anche in questo caso, una truffa ben congegnata.